Vegani, attenti al vino: ecco 10 aziende vinicole sicure

UNO SU CENTO. I consumatori vegani aumentano e il mercato italiano inizia finalmente a rispondere alle loro domande. E la fetta di popolazione da soddisfare comincia ad assumere cifre rilevanti: secondo Carmen Nicchi Comaschi, presidente dell’Associazione Vegetariana Italiana (Avi), i vegani rappresentano ad oggi l’1% della popolazione, in seguito ad una vera e propria esplosione del movimento vegan. Per adattarsi a questo nuovo panorama il mercato ha cominciato a dotarsi di nuove certificazioni, come la Certificazione Qualità Vegan garantita da Csqa per il cibo e i ristoratori e da Valori Italia per vino ed alcolici.

VINO VEGAN. In molti forse non lo sanno, ma proprio nel vino i vegani ed i vegetariani possono trovare delle insidie per la loro dieta. Una buona bottiglia di vino può infatti nascondere al suo interno delle sostanza di origine animale non segnalate, come le proteine del latte e dell’uovo, usate dalle cantine per chiarificare i vini. Ad oggi in Italia sono dieci le aziende vinicole che hanno ricevuto la certificazione di qualità vegetariana vegan. Per ottenere tale riconoscimento le cantine devono aprire le porte ai controlli effettuati da Csqa, la quale monitora la lavorazione del vino fino all’imbottigliamento, controllando finanche la colla per le etichette e il nastro adesivo usato per la chiusura dei cartoni.

LE AZIENDE VINICOLE ANIMAL-FREE. Per ora è la regione delle Marche a farla da padrona nel settore dei vini vegan: ben 5 delle 10 aziende certificate sono infatti marchigiane. L’azienda agrobiologica San Giovanni, la Cantina Offida e la società agricola Ciù Ciù (tutte di Offida), la società agricola Pievalta a Maiolati Spontini e l’azienda vinicola Costadoro a San Benedetto del Tronto sono tutte imprese vinicole marchigiane animal-free. In Toscana ne troviamo altre due: la fattoria Casabianca di Murlo ed il frantoio La Pieve ad Arcille di Campagnatico. Chiudono la lista la olearia vinicola Orsogna nel comune omonimo, l’azienda Venturino Giancarlo di Vaglio Serra e la Perlage di Farra di Soligo.