Il valore degli immobili crolla con i cambiamenti climatici
Quando si parla del rapporto tra cambiamenti climatici e costruzioni tipicamente ci si concentra sulla necessità di rendere l’edilizia più sostenibile, con degli edifici cioè che che risultino meno impattanti lungo tutto il loro ciclo di vita, dalla costruzione all’utilizzo, per arrivare fino alla loro riqualificazione. Come ha spiegato il Global Status Report 2022 per edifici e costruzioni dell’UNEP, il settore delle costruzioni nel 2021 ha rappresentato il 34% della domanda di energia e circa il 37% delle emissioni di anidride carbonica. Per quanto riguarda l’Europa, il settore edilizio rappresenta il 40% della domanda energetica, la quale come è noto è prodotta per circa l’80% a partire da combustibili fossili. Ecco che allora le emissioni legate agli edifici finiscono per essere un fattore determinante nello stimolare i cambiamenti climatici, con tutte le conseguenze che conosciamo: aumento delle temperature, incremento degli eventi meteorologici estremi, siccità, incendi, innalzamento dell’oceano, perdita di specie animali e vegetali, insufficienza di cibo e via dicendo. Forse, per sottolineare quanto sia necessaria la decarbonizzazione di questo settore, vale la pena guardare la questione anche da un altro punto di vista, sottolineando come il valore degli immobili sia destinato a crollare al peggiorare dei cambiamenti climatici. Chi possiede un edificio come chi lavora nel settore edilizio da questo punto di vista dovrebbe quindi avere un motivo in più per contrastare su base quotidiana i cambiamenti climatici.
Lo studio di Banca d’Italia su temperature e vendite
Ci sono diverse indagini portate avanti negli ultimi anni per capire quanto il settore immobiliare risulti influenzato dai cambiamenti climatici. Uno arriva per esempio da Banca d’Italia, con un lavoro che si interroga sul rapporto tra aumento delle temperature e vendite immobiliari. I ricercatori hanno così scoperto che, nei giorni in cui la temperatura supera i 25 gradi, le richieste di contatto online, così come il numero di appuntamenti tra venditori e acquirenti, tendono a diminuire. Ecco che allora, con l’aumentare delle giornate “calde”, si allungano i tempi di vendita e in generale si riducono le transazioni. C’è però un altro studio che fa un passo ulteriore, dimostrando come il valore degli immobili potrebbe diminuire in modo pesante nei prossimi anni, proprio per l’avanzare dei cambiamenti climatici.
Come il valore degli immobili diminuisce con i cambiamenti climatici
Un team di ricercatori dell’Università dello Utah, per sottolineare quanto sia importante ridurre l’inquinamento, ha voluto effettuare un’indagine legata a qualcosa a cui le persone tengono in generale molto, moltissimo: il mattone. Come è noto infatti proprio l’acquisto della casa è per la maggior parte delle persone l’investimento più importante della vita. Ma se è vero che gli immobili possono essere minacciati da incendi, alluvioni e altre catastrofi, è vero anche che chi acquista, vende o costruisce case dovrebbe essere molto preoccupato dal peggioramento della situazione climatica.
Ecco che allora i ricercatori si sono concentrati sulla California e su altre zone statunitensi particolarmente a rischio per via dei cambiamenti climatici. In California, per esempio, le compagnie assicurative tendono a rifiutarsi già da tempo di assicurare le abitazioni, temendo grandi perdite a causa dei sempre più frequenti disastri. Partendo da tali presupposti, i ricercatori hanno ipotizzato due scenari futuri: uno in cui la società umana riuscirà a ridurre davvero le emissioni di CO2 dando il via alla transizione ecologica, l’altro in cui la situazione resterà come quella attuale, con un conseguente peggioramento della situazione climatica. Come questi scenari potrebbero riflettersi sul valore degli immobili? Ebbene, attualmente negli USA ci sono proprietà e terreni privati per un valore di 4 miliardi di dollari esposto al rischio di incendio. Se non facciamo nulla per ridurre le emissioni, questa fetta sarà di 22 miliardi nel 2049 e di 45 miliardi nel 2099. Se invece si metteranno in campo delle politiche effettivamente incisive per tagliare le emissioni, il valore degli immobili esposti al rischio si fermerà a 11 miliardi. Questo per sottolineare che all’incrementare delle emissioni aumentano i rischi di incendi, di alluvioni e di altre minacce per le case, che così finiscono inevitabilmente per perdere valore, per non essere più assicurabili, e via dicendo.
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