Le termiti combattono le desertificazione
I CERCHI DELLE FATE. Gli scienziati sono sempre più convinti che, spesso, i modelli che permettono di fare delle previsioni sui cambiamenti climatici, non tengono conto di fattori naturali che potrebbero modificare significativamente i risultati. Una prova in questo senso la si ha avuta grazie ai ricercatori dell’Università di Princeton che hanno pubblicato sulla rivista Science uno studio che dimostra come i termitai siano in grado di immagazzinare umidità. Ciò significa che nelle zone aride della Terra l’espansione del deserto può essere in qualche modo arginata grazie a tali strutture, che aiutano a stabilizzare l’ecosistema. Le immagini satellitari, le foto aeree e quelle Google Earth, di molte aree dell’Africa, in Tanzania, Kenya, Sudafrica, Zambia, Mozambico sono state al centro dell’interesse dei ricercatori che hanno scoperto quanto queste aree siano caratterizzate dalla presenza dei cerchi delle fate. Queste strutture, visibili anche a grandi altezze, sono spesso l’ultima barriera prima della desertificazione dei terreni.
COME TRATTENERE L’UMIDITÀ. All’interno dei loro nidi le termiti accumulano materiale vegetale, che viene trasformato dai funghi in azoto, fosforo e materiale organico, una sostanza che aiuta la crescita di nuove piante. Inoltre le gallerie migliorano la struttura del terreno e ne aumentano la capacità di assorbimento dell’acqua. Le piante che crescono su questi piccoli dossi incoraggiano l’arrivo di altri insetti, di grandi erbivori e dei loro predatori. Secondo Corina Tarnita, biologa e una degli autori dello studio «la vegetazione in corrispondenza dei termitai resiste più a lungo e muore più lentamente. Il ruolo delle termiti in queste zone è benefico anche in assenza di piante perché anche nelle condizioni più ostili, dove la vegetazione scompare dai termitai, il reinsediamento delle piante è più semplice. Finché sono presenti i termitai, l’ecosistema ha più possibilità di ritrovare un equilibrio».
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