In Danimarca una tassa sulle emissioni in agricoltura e allevamento
Per la prima volta al mondo sarà introdotta una tassa sulle emissioni in agricoltura e allevamento: da anni è noto l’importante impatto delle attività agricole e di allevamento a livello di emissioni di gas a effetto serra, ma mai prima d’ora si era arrivati effettivamente a una tassazione sull’anidride carbonica prodotta in questi settori. La svolta arriva dalla Danimarca, il cui governo ha annunciato pochi giorni fa l’iniziativa.
I dati ISPRA sulle emissioni in agricoltura e allevamento
Prima di vedere come prenderà forma in Danimarca la tassa sulle emissioni in agricoltura e allevamento vale la pena dare un’occhiata a quella che è la situazione in Italia per quanto riguarda i gas a effetto serra emessi da questi stessi settori. Stando a un’indagine ISPRA, il settore agricolo rappresenta il 7% delle emissioni di gas a effetto serra nazionali. Più nello specifico, il 47% delle emissioni arriva dalla fermentazione enterica, ovvero al processo digestivo dei ruminanti; il 27,6% arriva dai suoli agricoli, il 18,8% dalla gestione delle deiezioni, il 5,1% dalla coltivazione del riso, e via dicendo, con percentuali via via minori. Di fatto, il 79% delle emissioni di gas serra è da ricondurre agli allevamenti: di queste, il 36,9% è ricondotto all’allevamento delle vacche da latte, il 31,8% all’allevamento degli altri bovini, il 12% all’allevamento dei suini.
Non va trascurato il fatto che i settori dell’agricoltura e dell’allevamento sono responsabili anche del 94% delle emissioni nazionali di ammoniaca. Per mitigare questi impatti ISPRA propone soluzioni quali la sostituzione dei fertilizzanti, la sostituzione dei foraggi usati per la dieta dei ruminanti, l’introduzione di nuove tecniche per la gestione delle deiezioni, e via dicendo.
La tassa sulle emissioni in agricoltura e allevamento in Danimarca
Non è solo l’Italia a fare i conti con le emissioni di gas serra dal mondo agricolo. E per l’appunto la Danimarca ha deciso di affrontare la questione anche dal punto di vista economico: la tassa sulle emissioni in agricoltura e allevamento è il frutto di un accordo storico tra il governo danese e gli agricoltori, i gruppi industriali e gli ambientalisti. Non è ancora stato approvato dal parlamento, ma visto il compromesso trovato tra i diversi gruppi di interesse, la trasformazione in legge dell’iniziativa sembra ormai certa: la tassa climatica sull’anidride carbonica proveniente da allevamenti e colture sarà realtà a partire dal 2030, puntando così a contribuire a ridurre le emissioni di gas serra del 70%. Ma come si concretizzerà questa tassa sulle emissioni in agricoltura e allevamento? Si inizierà nel 2040 con un pagamento di 300 corone danesi – che attualmente equivalgono a 40,22 euro – per ogni tonnellata di anidride carbonica prodotta da allevamenti e attività agricole; 5 anni dopo, nel 2035, la tassa sarà alzata a 750 corone (100,54 euro). Va peraltro detto che è prevista una detrazione d’imposta sul reddito pari al 60%, misura che è stata introdotta per rendere l’iniziativa meno pesante per gli agricoltori.
Come verranno utilizzati i fondi della tassa sull’anidride carbonica
I fondi che verranno raccolti con la tassa sulle emissioni in agricoltura e allevamento verranno utilizzati dal governo per avviare la ricostruzione delle zone umide della Danimarca, aree che possono essere preziosi serbatoi di carbonio; e ancora, grazie ai proventi della tassazione sulle emissioni da allevamenti e colture si creeranno 250 mila ettari di forese su ex terreni agricoli. Va peraltro sottolineato che entro il 2030 – e quindi ancor prima dell’entrata in vigore della nuova tassa – in Danimarca saranno definite le aree di 5 nuovi grandi parchi naturali a gestione nazionale. .
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