Svago e smart working: quanto pesano sulla bolletta e sull’ambiente?
Negli ultimi anni, anche andando indietro di un decennio, abbiamo assistito a vere e proprie rivoluzioni inmateria di gestione del lavoro e del tempo libero. In effetti, soprattutto con l’avvento di Internet e dei social network in modo particolare, la rapida evoluzione dei dispositivi digitali, l’e-commerce e le piattaforme di condivisione, è stato stravolto l’approccio alle relazioni sociali, al tempo libero e, non ultimo, al lavoro.
Gli anni della pandemia, d’altronde, ce lo hanno insegnato. Dalle riunioni con amici e colleghi alla gestione di progetti lavorativi, dai colloqui di lavoro agli esami universitari, dal tempo libero agli acquisti, persino lo sport e i giochi si sono. trasferiti su internet
Certamente questo ha rappresentato un notevole passo avanti nella gestione del tempo, l’ottimizzazione degli impegni e la conciliazione lavoro-vita privata, ma quali sono stati gli effetti sulle vite delle persone e sull’ambiente, soprattutto? Possiamo dire che sia stato un reale progresso?
Opinioni discordanti
Sul tema della rivoluzione e transizione digitale, il dibattito è ancora certamente molto acceso. Da una parte c’è chi vede in tutto questo solo aspetti positivi, con l’abolizione di luoghi fissi o distanze incolmabili e il mondo e la vita costantemente connessi e interattivi. Si può fare tutto dal divano di casa. Allo stesso tempo, però, tutto questo ha portato ad alcuni effetti sulla vita delle persone, che spaziano dall’alienazione al maggiore isolamento, fino a problemi di insonnia causati da un eccesso di esposizione a schermi retroilluminati, oltre che cattive abitudini di consumo. Oltre a tutto questo, è bene anche considerare l’impatto che questa rivoluzione digitale ha avuto sui consumi energetici e lo spreco di risorse.
Smart working e tempo libero, diviso tra gaming e social network, hanno avuto conseguenze anche sull’ambiente e sullo spreco energetico? La risposta è purtroppo positiva. Basta dare un’occhiata ad alcuni studi sul tema pubblicati online, come l’articolo di ExpressVPN sulle abitudini più inquinanti, ed esempio. Ma vediamo più in dettaglio come.
Maggiore consumo energetico
L’utilizzo dei social network, dei videogiochi e delle consolle per il gaming, ma anche dei dispositivi per implementare lo smart working, richiede una grande quantità di energia, soprattutto se si ricerca una certa efficienza e capacità grafica. Se si fa riferimento ai singoli dispositivi elettronici, presenti in casa, ma ancor di più agli enormi server che servono per alimentarli e alla conseguente necessità di raffreddarli perché funzionino bene, è facile comprendere quanto questo possa impattare sull’ambiente in termini di emissioni di gas serra o di uso intensivo delle risorse idriche.
Estrazione e smaltimento di risorse
Per poter funzionare, molti dispositivi elettronici e digitali, come smartphone, PC, consolle portatili e qualunque oggetto monti una batteria che garantisca autonomia per molte ore a fronte di tempi brevi di ricarica, sfrutta molto una risorsa naturale chiamata litio. L’estrazione di questo, a lungo andare, può avere ripercussioni notevoli sull’ambiente, conducendo persino alla distruzione di habitat naturali e inquinamento delle acque. Un discorso che vale ancora di più se si pensa allo smaltimento dei rifiuti.
L’utilizzo eccessivo dei dispositivi digitali, per diverse ore al giorno, sia per lavorare che per divertirsi nel tempo libero, tra social e gaming, contribuisce a diminuire l’aspettativa di vita degli stessi e renderli subito obsoleti. Questo è un approccio che da una parte alimenta la cultura dello spreco e del consumismo, rendendo necessario un acquisto e un ricambio più frequente di questi dispositivi, dall’altro alimenta anche uno smaltimento scorretto, poiché non ci sono i tempi né gli strumenti per demolirli in modo corretto e rispettoso dell’ambiente. Va da sé che questo, senza dubbio, contribuisce all’aumento dell’inquinamento e dello spreco di risorse naturali.
È importante, dunque, sottolineare come equilibrare le abitudini di fruizione di questi dispositivi senza dubbio può impattare in maniera positiva, quantomeno sul contenimento delle conseguenze che questo comporta per l’ambiente. L’utilizzo dei social network in sé non è necessariamente inquinante, ma lo è l’intero ciclo di produzione, vita e smaltimento dei dispositivi elettronici, nonché l’infrastruttura digitale che li supporta e che può avere impatti ambientali significativi.
Aziende e utenti possono, quindi, adottare misure significative e neanche particolarmente impegnative per ridurre l’impatto ambientale dell’utilizzo dei social media, come l’adozione di pratiche di consumo consapevole, la riduzione del consumo di energia e la corretta gestione dei rifiuti elettronici.
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