Sultan Al Jaber e il piano d’azione per la Cop28
Ieri, giovedì 13 luglio, il presidente della Cop28 (che si terrà negli Emirati Arabi Uniti a novembre 2023) ha finalmente presentato a grandi linee il piano d’azione della nuova conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Come è già stato sottolineato più volte, il fatto di affidare la presidenza della Cop28 proprio a Sultan Al Jaber, ovvero al direttore dell’ente petrolifero nazionale degli Emirati, è stato accolto con sorpresa, sospetto e incredulità da tantissimi osservatori. È già stato sottolineato, per esempio, che la compagnia petrolifera di cui è CEO – denominata Adnoc – sta preparando un’importante espansione della propria produzione di petrolio, agendo in modo del tuttto contrario allo spirito delle Cop. In che modo un rappresentante di punta del mondo delle compagnie petrolifere potrà dirigere in modo efficace un incontro cruciale come la nuova Cop? I dubbi si moltiplicano, e proprio per questo motivo nelle ultime settimane è stata attesa con grande curiosità la presentazione del piano d’azione per la Cop28, la quale è avvenuta ieri a Bruxelles.
Il piano d’azione per la Cop28: le 4F di Sultan Al Jaber
Ieri il presidente della Cop28 Sultan Al Jaber ha incontrato a Bruxelles una quarantina di ministri provenienti da tutto il mondo, tra i quali spiccavano quelli di Unione Europea, Cina, Canada e via dicendo. In questa occasione Al Jaber ha presentato il piano d’azione del vertice internazionale di novembre, il quale non potrà che muoversi a partire dai punti chiave degli Accordi di Parigi del 2015. Più nello specifico, il presidente della futura Cop ha presentato i 4 pillar o 4 obiettivi che a novembre risulteranno centrali, ovvero:
- fast-tracking the transition to a low-CO2 world
- fixing climate finance
- focusing on people, lives and livelihoods
- full inclusivity
Per via delle parole scelte, questi 4 pillar sono già stati denominati come le “4 F” di Sultan Al Jaber. Si tratta in tutti e 4 i casi di elementi previsti e sicuramente importantissimi, uno schema che non può che essere accolto in modo positivo. A fare la differenza, però, saranno i dettagli.
Alcuni tra i punti chiave della prossima Cop28
Di certo le 4F di Sultan Al Jaber guardano nella direzione giusta, perlomeno a livello tematico. Tutto dipenderà però da come questi punti saranno effettivamente affrontati a novembre negli Emirati Arabi Uniti. È particolarmente sentito per esempio il rischio di un eccessivo affidamento alle tecnologie CCS (carbon capture and storage technology) per la cattura dell’anidride carbonica, cosa che potrebbe essere usata dalla compagnie petrolifere come “scusa” per continuare a estrarre combustili fossili.
È inoltre noto che alla Cop28, per la prima volta, ci sarà un “global stocktake”, con tutti i Paesi chiamati a presentare i progressi fatti negli ultimi anni per la riduzione delle emissioni a partire dagli Accordi di Parigi: se è certo che nella quasi totalità dei casi si parlerà di progressi insufficienti e deludenti, sembra altrettanto sicuro che la presidenza della Cop28 non punterà affatto il dito contro i Paesi che meno degli altri si sono impegnati in tal senso.
Si dà inoltre per scontato che durante la Cop28 si porrà l’obiettivo di triplicare la produzione di energia rinnovabile globale entro il 2030, nonché di raddoppiare la produzione di idrogeno: è però stato fatto notare che la storia recente dimostra che il crescere delle rinnovabili non corrisponde necessariamente con la diminuzione dell’utilizzo dei combustibili fossili. La Cop di Sultan Al Jaber, quindi, dovrà fare molto di più che incentivare le rinnovabili, avviando una chiara transizione energetica.
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