Strage di api: in Lombardia 12 milioni di scomparse
Purtroppo quello della strage di api è ormai un racconto che si ripete ogni anno. Sappiamo tutti quanto siano fondamentali le api, insieme ad altri insetti impollinatori come i bombi e come le farfalle: circa un terzo di quello che mangiamo dipende proprio dal loro paziente lavoro di impollinazione. Si stima che nella sola Europa l’assenza dell’impollinazione porterebbe all’eliminazione di più di 4.000 diverse tipologie di verdure. È grazie agli insetti impollinatori che sulla nostra tavola possono esserci pomodori, mele, fragole, mandorle e tante altre squisitezze. Eppure come sappiamo il numero delle api è in continuo declino. E né il 2022 né l’Italia fanno eccezione: uno studio pubblicato da Greenpeace Italia a partire dai dati raccolti dai tecnici di Apilombardia ha descritto una silenziosa strage di api che ha coinvolto le province di Bergamo, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Monza-Brianza e Pavia.
Una nuova strage di api in Lombardia
I numeri che risultano dallo studio del 2022 ripetono in buona sostanza quanto era già stato rilevato nel 2021. Sono stati infatti individuati 650 alveari con evidenti segnali di spopolamento. È possibile stimare una perdita complessiva di oltre 12 milioni di api. Si parla quindi delle api adulte bottinatrici, quelle che, all’interno della struttura dell’alveare, hanno il compito di uscire e di raccogliere il polline, muovendosi di fiore in fiore. Ecco: quando si parla di strage di api si fa riferimento a milioni di api bottinatrici uscite dall’alveare per cercare polline e nettare senza però fare più ritorno alla propria colonia. Scomparsa dopo scomparsa, gli alveari si svuotando, mettendo in crisi gli apicoltori ma in realtà la società intera, per i benefici inestimabili che le api garantiscono all’ambiente e alle persone.
I test per capire le cause della strage
Possono esistere diverse cause della strage di api. In un primo tempo si è per esempio ipotizzato a una malattia, e quindi a patologie particolari presenti all’interno dei vari alveari. In occasione dei sopralluoghi, però, i veterinari hanno analizzato gli alveari, senza trovare nessun riscontro di patologie. Per cercare la causa sono quindi state prelevate delle matrici apistiche, che insieme ad altri campioni sono stati sottoposti ai test dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (IZS) di Brescia.
Cosa causa la scomparsa delle api?
È stato così scoperto che la strage delle api in Lombardia, come in tante altre aree d’Europa, è dovuta alla presenza di sostanze nocive tipiche dell’agricoltura intensiva. Bisogna infatti sapere che le aree maggiormente coinvolte dalla scomparsa di api sono quelle che coincidono con la maiscoltura intensiva. E proprio nelle giornate di poco precedenti alla scomparsa degli impollinatori, queste aree venivano preparate per la semina del mais con trattamenti di diverso tipo, tra cui il diserbo chimico in pre-semina. Purtroppo i diserbanti utilizzati finiscono per contaminare anche la vegetazione che circonda i campi, ricca di fiori di tarassaco e di lamio, lì dove si poggiano tante api. Va peraltro detto che, come sottolinea Greenpeace Italia, sempre più spesso si riscontra anche la diserbazione dei fossi tra un campo e l’altro, che sarebbe vietata per legge.
Un altro colpo alle colonie d’api è stato poi inferto dalla semina stessa, mediante l’uso di semenze che vengono trattate con pesticidi a scopo preventivo. Purtroppo, i pesticidi presenti sui semi “conciati” possono poi finire anche nelle aree circostanti, minacciando così gli insetti impollinatori.
I test effettuati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale sul polline e sul pane d’ape degli apiari che hanno conosciuto degli spopolamenti hanno dimostrato la presenza di insetticidi, di erbicidi e di fungicidi. Tra le sostanze diserbanti è stato individuato anche il diffusissimo glifosate, su quale dovrebbe quest’anno l’Unione Europea dovrebbe pronunciarsi per rinnovarne o meno l’autorizzazione d’utilizzo.
Non ci sono dubbi sull’enorme pericolosità rappresentata dalla perdita degli insetti impollinatori, e sappiamo anche con certezza che le scomparse delle api rappresentano solo la punta dell’iceberg.
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