Lo stop alle auto diesel e benzina nel 2035 traballa
A marzo 2023 sembrava tutto deciso: lo stop alle auto diesel e benzina nel 2035 era infatti stato ratificato a maggioranza dai ministri europei dell’Energia, così da mettere effettivamente un divieto di vendita di auto alimentati da combustibili fossili tra 12 anni. Al momento della votazione, la Polonia ha votato contro il bando dei motori endotermici, mentre invece Italia, Bulgaria e Romania hanno deciso di astenersi. Ma lo stop alle auto diesel e benzina nel 2035 è davvero definitivo e totale come era stato annunciato? Non proprio: vediamo cosa è già stato modificato e cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane a rendere meno decisiva questa regola europea.
Lo stop alle auto diesel e benzina nel 2035 traballa: le lamentele
Pochi giorni fa Oliver Zipse, amministratore delegato della casa automobilistica tedesca Bmw, si è lamentato apertamente dello stop alle auto diesel e benzina nel 2035. A suo dire tale decisione politica di eliminare i veicoli a combustione sarebbe una “negligenza”. Sulle pagine del quotidiano economico tedesco Handelsblatt Zipse ha elencato i motivi per i quali questa decisione sarebbe errata, toccando va detto alcuni punti che effettivamente a oggi risultano essere dolenti. Ha parlato infatti della mancanza di un’infrastruttura per garantire le ricariche delle auto elettriche, dell’attuale mancanza di materie prime come litio e cobalto, e via dicendo. Certo, la prospettiva è quella di risolvere questi problemi nei prossimi anni, ma quel che è certo è che i timori e le idee di Zipse sono condivisi. Proprio per questo la Germania ha spinto a modificare l’accordo originale relativo allo stop delle auto alimentate a benzina entro il 2035, arrivando così a “salvare” le auto endotermiche alimentate con combustibili in grado di rispettare la neutralità di carbonio.
Combustibili elettrici per le auto del 2035
Ma quali sarebbero le auto con motori endotermici alimentati con combustibili che rispettano la neutralità di carbonio? Si parlerebbe in estrema sintesi di auto che utilizzano dei carburanti elettrici, e quindi di fatto idrogeno. Sulla carta non ci sarebbe nulla di male, essendo come è noto l’idrogeno la principale alternativa green all’alimentazione elettrica dei veicoli. Qualcuno ha però sottolineato che con questa clausola non si mette effettivamente fine alle auto con motore endotermici, e che si rischia anzi di fare strada a un diversivo costoso e inefficiente rispetto alla totale trasformazione elettrica del settore automobilistico. Il rischio è quello di distogliere l’attenzione e gli sforzi dall’elettrificazione dei veicoli e delle infrastrutture, rendendo meno efficace il processo nel suo complesso.
Va peraltro detto che in questo processo l’Italia non ha avuto modo di dire la propria opinione: la proposta italiana sarebbe infatti stata quella di affiancare all’apertura tedesca sull’idrogeno un’ulteriore apertura sui biocarburanti, idea che però è rimasta del tutto inascoltata, con il governo Meloni che ha cercato successivamente di ridimensionare lo smacco subito affermando che ci sarà ancora spazio di manovra: a quanto pare, però, non sembra esserci alcun margine in tal senso, perlomeno non senza un supporto da parte dei tedeschi.
La definizione di CO2 neutral fuels
La modifica richiesta dal governo tedesco ha costretto a introdurre nuove procedure in vista del 2035, a partire dalla definizione precisa e normativa di “CO2 neutral fuels”. A Bruxelles sono alle prese con questo lavoro due direzioni generali, ovvero DG Clima e DG Grow. Quest’ultima propone di adottare i criteri attualmente in vigore per quanto riguarda i combustibili rinnovabili di origine non biologica, mossa che la seconda ritiene inopportuna, affermando che così facendo la riduzione garantita di anidride carbonica sarebbe solamente del 70%. Dal punto di vista di DG Clima sarebbero invece da prendere in considerazione solo ipotesi che garantiscano un risparmio di emissioni di gas serra del 100%.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo