Stoccaggio di energia: Google ci mette lo zampino e propone le batterie di sale
Il futuro delle rinnovabili, lo abbiamo capito già da tempo, passa anche per lo sviluppo di innovativi sistemi di stoccaggio di energia. Il fotovoltaico e l’eolico, infatti, sono per loro stessa natura discontinue e volubili, e abbisognano di impianti di accumulo per garantire un flusso continuo di energia anche quando non c’è il sole (fotovoltaico) e quando non soffia il vento (eolico). Per questo motivo si sta spingendo verso la realizzazione di impianti per lo stoccaggio di energia sempre più efficienti, sia per le utenze domestiche che per le più grandi utilities. Tesla davanti a tutti la sta facendo da padrone in questo campo, avendo già realizzato un enorme centro di stoccaggio di energia in California ed essendo in procinto di raddoppiare il risultato con uno ancora più grande in Australia. Ma attenzione, perché le batterie agli ioni di litio proposte dalla casa di Elon Musk potrebbero non essere l’unica soluzione: lo sanno benissimo quelli di Alphabet, la holding che controlla Google e che sta realizzando un innovativo sistema di stoccaggio di energia basato sull’impiego del sale.
Il sale al posto degli ioni di litio
Il litio con il quale funzionano le batterie di Tesla non è certamente la sostanza più sostenibile del mondo. Tutto diverso il discorso per quanto riguarda il sale, ed è probabilmente per questo che Alphabet ha deciso di concentrarsi su questa eventualità. L’idea di immagazzinare l’elettricità nel sale – il modo lo vedremo subito sotto – è del fisico statunitense Robert Laughlin, che nel 1998 si è portato a casa il premio Nobel per la Fisica grazie alla sua spiegazione dell’effetto Hall quantistico frazionario. È infatti stato lui il primo a progettare una batteria in grado di accumulare dell’elettricità in forma di energia termica, sfruttando sia temperature alte che basse.
Lo stoccaggio di energia con la conversione dell’elettricità in calore
Il prototipo presentato da Alphabet, la sezione volta all’innovazione di Google, si chiama Malta, e per l’appunto è un sistema di stoccaggio di energia in grado di accumulare elettricità attraverso l’utilizzo di sale, il quale a sua volta viene immesso in una soluzione liquida a bassa temperatura. Il processo mediante il quale questa strana batteria è capace di stoccare l’energia, in effetti, è piuttosto complesso. Tutto parte ovviamente da una fonte di energia rinnovabile, come possono essere dei pannelli fotovoltaici o delle pale eoliche, le quali in virtù dell’energia generata vanno ad azionare una pompa di calore. Questa inizia quindi a convertire l’elettricità in entrata in energia termica. Il calore così ottenuto viene trasferito in un apposito contenitore in cui è stato disciolto il sale, e qui rimane. Stando al team di Alphabet, questo sistema di stoccaggio di energia può mantenere l’elettricità per settimane intere, può essere ricaricato migliaia di volte e può lavorare per più di 40 anni. Nel momento in cui c’è bisogno di energia elettrica, un motore termico va a compiere il processo inverso rispetto all’entrata, riconvertendo il calore in elettricità. Il gioco è fatto.
Il prossimo passo è la commercializzazione
Come detto, uno dei punti deboli delle batterie al litio di Tesla è proprio il tipo di materiale di partenza, non sostenibile, non comunissimo e non esattamente economico. Di tutt’altro stampo, invece, il sistema di stoccaggio di energia proposto da Alphabet, il quale ha bisogno di semplice sale, di un contenitore di acciaio e di liquidi di raffreddamento senza particolari specifiche. Come spiegano quelli del lab X di Google, il prossimo passo ora è quello di rendere questo dispositivo adatto per il mercato, trovando dei partner industriali disposti «a dare vita a questo progetto».
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