Perché lo stambecco sta diventando un animale notturno
Il pipistrello, il gufo, il ghiro, il barbagianni, la falena, il lemure, il geco: questi sono tutti animali notturni, ovvero animali che tendenzialmente sono attivi soprattutto dopo il tramonto. Si tratta quindi di creature che preferiscono dedicarsi al riposo quando c’è il sole, per poi svegliarsi più decisamente durante le ore notturne, anche grazie a dei particolari adattamenti avvenuti durante il corso dell’evoluzione. Si pensi alla vista dei gatti, ottima durante la notte; ai pipistrelli, con il loro particolare metodo di navigazione basato sugli ultrasuoni; o ancora, ai grandi e brillanti occhi dei lemuri. Insomma, ci sono tanti animali che vivono durante l’oscurità, e che hanno tutte le carte in regola per farlo. C’è però un mammifero che, pur non avendo nessuno strumento specifico per spostare le sue normali attività dopo il tramonto del sole, a quanto pare sta via via diventando sempre più notturno: si parla dello stambecco delle Alpi, che sta cambiando profondamente le sue abitudini per via dei cambiamenti climatici.
Perché lo stambecco delle Alpi sta diventando notturno
Il caso dello stambecco delle Alpi non è l’unico in cui un animale, per via dell’aumentare delle temperature medie degli ultimi anni, sceglie più o meno consapevolmente di mutare in modo netto il proprio comportamento, rivedendo le proprie strategie di sopravvivenza. C’è però un problema: se gli animali notturni hanno avuto dalla loro intere epoche per adattare vista, olfatto e udito per vivere di notte, le creature che stanno diventando notturne per via dei cambiamenti climatici lo stanno facendo in pochi anni, con dei cambi di paradigma improvvisi, brutali e non sostenibili sul lungo termine. E per l’appunto quello dello stambecco è un caso emblematico. Questo ungulato dalle forme massicce, che da adulto può arrivare fino a 130 chilogrammi, ha sempre avuto delle abitudini abbastanza semplici e chiare. Di notte, queste grandi capre selvatiche se ne vivono in quota, anche grazie alla loro proverbiale capacità di arrampicarsi sulle rocce; di giorno invece scendono verso valle, per trovare erba fresca da brucare. Ebbene, negli ultimi anni gli habitat dello stambecco alpino sono diventati sempre più caldi, meno sopportabili, così da spingerlo a spostare la propria attività sempre di più dopo il tramonto.
Lo studio dell’Università di Sassari
Un team di ricerca dell’Università di Sassari ha seguito i movimenti di ben 47 esemplari di stambecco alpino tra il 2006 e il 2019, all’interno del Parco del Gran Paradiso. Dopo quasi 15 anni di osservazione e dopo anni di elaborazione dei dati, i ricercatori hanno pubblicato la loro indagine sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, dimostrando per l’appunto che lo stambecco sta diventando un animale notturno per via delle sempre più alte temperature estive. Tale cambio di paradigma, però, potrebbe avere degli effetti molto gravi sulla vita dello stambecco delle Alpi. Di anno in anno, questa capre hanno spostato sempre più in avanti gli orari delle loro incursioni a valle, diventando di fatto degli animali attivi soprattutto di notte. Tutto questo, però, senza particolari adattamenti specifici. Ecco che allora le conseguenze negative sono dietro l’angolo: si pensi per esempio a quanto questo nuovo comportamento aumenti le probabilità degli stambecchi di incontrare dei predatori come i lupi, senza però avere le capacità necessarie – al buio – per individuarli tempestivamente e scappare. Ecco che allora lo stambecco, che per il calore eccessivo non riesce a scendere a valle durante il giorno per mangiare, finisce per essere molto più esposto ad altri rischi: il pericolo è che questo animale attualmente considerato in salute, a rischio di estinzione minimo, potrebbe ritrovarsi rapidamente in una situazione grave, per via dei cambiamenti climatici.
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