Squalo pinna bianca: come vive?
Per ciascuna specie animale, esistono varie sottofamiglie che portano alla genesi di esemplari unici nel loro genere. Non molto conosciuto, e non molto diffuso a livello planetario, è lo squalo pinna bianca (nome scientifico Triaenodon obesus), appartenente alla famiglia dei Carcarinidi. Si tratta di una sottospecie di squalo di dimensioni esigue (se paragonato ad altri tipi di esemplari decisamente più imponenti), con una lunghezza del corpo che generalmente si aggira intorno ai 160 cm (e non supera i 210 cm), di forma abbastanza sottile e testa breve e larga.
Gran parte degli squali pinna bianca che popolano il nostro pianeta, si trova concentrata intorno alle barriere coralline dell’Oceano Indo-Pacifico, dove si distinguono per la loro particolarità di vivere in spazi ristretti e senza bisogno di muoversi eccessivamente per poter respirare (a differenza di quanto accade per altri tipi di squalo appartenenti alla stessa famiglia).
L’habitat degli squali pinna bianca
Questa specie di squalo preferisce vivere in acque alte, ad una profondità che può andare dagli 8 ai 40 metri. Come abbiamo già accennato, si differenzia da altre specie di Carcarinidi, in quanto la maggior parte di questi ultimi necessita di nuotare continuamente al fine di potersi garantire una respirazione corretta. Al contrario, lo squalo pinna bianca ha la capacità di rimanere per lungo tempo immobile a contatto con il fondale marino: possiede branchie capaci di autoattivarsi per pompare l’acqua e garantire la respirazione.
Quando si mette in movimento, lo spostamento avviene attraverso ampie ondulazioni del corpo; ciò accade principalmente di notte, mentre durante il giorno tende a riposare adagiandosi all’interno di stretti anfratti, come accade presso i tunnel di lava presenti nell’oceano ospitante le isole Hawaii. Può capitare anche che esemplari di squalo pinna bianca, per riposare, si dispongano in gruppi presso il fondale marino; qui tutti gli squali sono posizionati con i rispettivi corpi reciprocamente paralleli, oppure l’uno sopra l’altro.
Si tratta di animali che vivono presso aree localizzate. È stato osservato che non vi sono esemplari di squalo pinna bianca che si allontanano dal luogo d’origine di più di 3 Km.
Alimentazione degli squali pinna bianca
Questa specie di squali non è certamente in cima alla catena alimentare, in quanto può essere preda di numerosi altri esemplari marini (tra cui anche altre specie di squalo); tuttavia risulta essere a sua volta un predatore per altri pesci di dimensioni minori. Si muovono in gruppo principalmente di notte, andando a caccia di polpi, crostacei e pesci ossei. Ciò è possibile soprattutto grazie alla forma allungata del loro corpo: quelli che abbiamo citato sono infatti esemplari che sostano principalmente in anfratti e strette cavità. Qui lo squalo pinna bianca riesce a muoversi agevolmente e ad entrare facilmente a contatto con queste prede.
Per quanto riguarda il loro rapporto con la specie umana, questi squali sono decisamente innocui. È capitato si avvicinassero a nuotatori subacquei, ma semplicemente per una sorta di curiosità o al massimo per tentare di rubare qualche preda eventualmente pescata dal visitatore.
La riproduzione degli squali pinna bianca
Questi affascinanti animali fanno parte della classe dei vivipari (ciascun embrione si sviluppa gradualmente all’interno del corpo della madre). La gestazione è decisamente lunga, potendo durare dai 10 ai 13 mesi; si è osservato che nel giro di un anno, una madre potrebbe partorire da 1 a 6 piccoli.
Gli studiosi della specie sono stati in grado di osservare da vicino le fasi dell’accoppiamento (fatto assolutamente non scontato, in quanto non sono tante le specie di animali marini per cui è stato possibile effettuare tale osservazione); in pratica le femmine, nel periodo favorevole alla riproduzione, vengono inseguire dai maschi, il cui scopo è quello di afferrare la pinna pettorale, assumendo così la posizione che permette di copulare.
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