Squali a rischio estinzione nel Mediterraneo
Il film Lo squalo, di Steven Spielberg, uscì quasi 50 anni fa. Parliamo di quasi mezzo secolo, eppure quelle mascelle mostruose che spuntavano minacciosamente dalle acque del Massachusetts continuano a essere tra gli elementi più paurosi dell’intero universo cinematografico, come peraltro degli incubi di tante persone. Una cosa è certa: la pellicola di Spielberg non ha fatto per nulla bene al rapporto tra immaginario collettivo e squalo, animale che nella realtà dei fatti non è affatto portato ad avvicinarsi alla gente. In realtà dalla salute degli squali dipende il benessere di interi ecosistemi marini, a partire da quelli del Mediterraneo. E, come ricordato da più associazioni il 14 luglio – Giornata mondiale degli squali – il 50% delle specie di squali e razze presenti nei nostri mari è a rischio estinzione. Ma quali sono nello specifico le specie in pericolo? E quali sono le minacce che portano gli squali a rischio estinzione?
Squali a rischio estinzione: i numeri
In occasione della Giornata mondiale dedicata a questi grandi pesci predatori, il WWF ha diffuso il report “SafeSharks e Medbycatch: tutelare gli squali per Salvare il Mediterraneo”, punto cardine della campagna #GenerAzioneMare. Qui viene spiegato per l’appunto il ruolo di “indicatori della salute degli oceani” degli squali. Si dice però anche che, a livello mondiale, il 37,5% degli squali è a rischio estinzione; la situazione è peggiore nel Mediterraneo, dove come anticipato a essere in pericolo è la metà delle specie. E dire che gli squali sono sulla Terra da circa 400 milioni di anni, prima ancora della comparsa degli animali. La loro vita media è di 20 o 30 anni, ma va detto anche che certe specie vivono di più: si parla di oltre 60 anni per lo squalo balena, per raggiungere casi eccezionali nel caso degli squali della Groenlandia. Tra questi vertebrati la vita media è di circa 270 anni, con esemplari in grado di raggiungere i 400 anni.
Pesci cartilaginei con “la pelle dura”, insomma. Eppure tante specie potrebbero per l’appunto scomparire. Nel Mediterraneo quelle minacciate sono in tutto 48: si parla dello squalo smeriglio, dello squalo grigio, dello squalo elefante, dello spinarolo, dello squalo maki, dello squalo zigrino e via dicendo. Ma cosa sta portando gli squali a rischio estinzione nel Mediterraneo?
Perché gli squali sono in pericolo
Conforterebbe sapere che a mettere gli squali a rischio estinzione non è l’uomo. Un po’ come sta succedendo nelle acque del Sudafrica, a Gansbaii, conosciuta in tutto il mondo per gli squali bianchi che nuotano a largo. Ebbene, a partire dal 2017 questi squali sono scomparsi quasi del tutto: lì la causa è rappresentata da una coppia di orche, arrivata 5 anni fa, che avrebbe terrorizzato la popolazione di squali bianchi, tanto da farla spostare stabilmente. In Mediterraneo le cose sono invece diverse. Al contrario di quello che accade nel film di Spielberg, è l’uomo a mettere in pericolo lo squalo. La prima minaccia è la pesca eccessiva, sia diretta, per l’industria alimentare e per quella cosmetica, sia indiretta, per via delle numerose catture accidentali. Ma bisogna tenere in considerazione anche i cambiamenti climatici, i quali portando a un riscaldamento dei mari, vanno a influire negativamente sul sincronismo riproduttivo di questi predatori. «L’Italia deve implementare quanto prima un monitoraggio adeguato su scala nazionale insieme a concrete misure di mitigazione delle catture accidentali di elasmobranchi, come richiesto dalla Raccomandazione della Commissione Generale per la Pesca in Mediterraneo e Mar Nero del 2021» ha spiegato Giulia Prato, responsabile Mare del Wwf Italia, aggiungendo che «deve anche dotarsi quanto prima di un Piano d’Azione Nazionale sugli Elasmobranchi secondo le linee guida Fao e Ue».
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