Spreco alimentare: cosa fa la Francia?
UNO SPRECO INACCETTABILE. Lo spreco alimentare è un lusso del passato, che l’Occidente sprecone non si può più permettere: è ciò che pensa Guillaume Garot il deputato scelto dal premier Manuel Valls per risolvere il problema delle spreco di cibo in Francia. È stato calcolato, infatti, che in questo paese il cibo che finisce ogni anno in discarica si aggira tra i 20 e i 30 kg pro-capite, ma si arriva a 140 kg a persona se si estende la statistica a tutta la filiera alimentare. Non è solo il consumatore finale a sprecare cibo, ma tutta la filiera, a dimostrazione di quanto il sistema nel suo complesso sia sbagliato. D’altronde lo stresso Parlamento Europeo nel 2012 ha fissato per il 2025 l’obiettivo di dimezzare la quantità di cibo sprecato, fatto ancora più insostenibile se si considera che nel mondo ogni giorno ci sono ancora persone che muoiono di fame.
QUALCHE REGOLA GUIDA. Secondo Guillaume Garot, per ridurre il cibo sprecato basterebbero due semplici accorgimenti. Per prima cosa vietare alla grande distribuzione di gettare gli alimenti: in questo modo supermercati e ipermercati sarebbero obbligati a impegnarsi per gestire meglio gli stock, valorizzando l’invenduto sotto forma di alimentazione animale o per la produzione di energia. Andrebbe poi varata una legge che obblighi a regalare gli alimenti invenduti se ancora consumabili. Ci sono infatti numerose associazioni benefiche che si possono occupare della distribuzione ai meno abbienti. Secondo Garot, bisognerebbe andare anche oltre il “blocco culturale” della doggy bag, ovvero non avere più remore nel portare a casa il cibo avanzato dal ristorante, cosa che ancora pochi fanno.
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