Sprechi alimentari negli States: al Congresso una nuova legge
Negli Stati Uniti ogni anno vengono sprecati ben 63 milioni di tonnellate di cibo che potrebbero essere ancora consumati. In pratica, il 40% del cibo prodotto non viene mangiato e quindi buttato con uno spreco di 161 miliardi di dollari all’anno. Sono i dati riportati l’anno scorso dal Centro per l’ambiente dell’Università di Harward davanti la Commissione Agricoltura della Camera dei rappresentati degli Stati Uniti d’America e messi al centro di un nuovo disegno di legge contro gli sprechi alimentari.
Food donation Act: la proposta contro gli sprechi alimentari
Su queste evidenze numeriche, infatti, Marcia Fudge, deputato democratico del Congresso, insieme ad altri colleghi, ha avanzato lo scorso febbraio una proposta di legge bipartisan dal titolo “Food donation Act of 2017“. Un disegno di legge che, se dovesse essere emanato, faciliterebbe le donazioni di cibo in eccedenza, che altrimenti andrebbe buttato, da parte di produttori, rivenditori e ristoratori in grado di fornire cibo a chi ne ha bisogno.
“Nonostante queste eccedenze siano ancora perfettamente commestibili, tutto questo cibo va a finire nelle discariche invece che nei piatti di chi ha più bisogno”, dichiara Marcia Fudge in una nota scritta al disegno di legge. “Le donazioni di cibo costituiscono un’importante connessione tra le aziende e le organizzazioni che producono e distribuiscono un surplus di cibo e i 42 milioni di americani (di cui 13 sono bambini ) che vivono in condizioni di insicurezza alimentare”.
È stato stimato che se solo il 30% di tutto il cibo prodotto e non consumato negli USA venisse redistribuito, si fornirebbe una dieta completa ad ogni americano che vive in regime di insicurezza alimentare – ha dichiarato in Commissione Emily Broad Leib, direttrice del centro di ricerca Food Law and Policy Clinic dell’università di Harvard che ha condotto lo studio sugli sprechi alimentari negli Stati Uniti – “Nonostante diverse politiche siano state messe in atto, nelle attuali leggi persistono ancora delle barriere alla redistribuzione del cibo in eccedenza”.
Responsabilità dei donatori
La proposta di legge portata in Congresso in questi giorni, infatti, andrebbe a modificare una legge del 1996 (Bill Emerson Good Samaritan Food Donation Act). L’intento di questo provvedimento era quello di incentivare le donazioni istituendo una serie di protezioni e responsabilità civili e penali per i soggetti donatori e per le organizzazioni di recupero e redistribuzione degli alimenti ai fini di solidarietà sociale. Di fatto però, questo provvedimento non sempre è stato interpretato nel modo corretto soprattutto in merito alla questione della data di scadenza dei prodotti.
Un altro studio citato durante la presentazione del disegno di legge in aula, condotto dalla Food Wast Reduction Alliance, sostiene che il 44% dei produttori, il 41% dei ristoratori e il 25% dei rivenditori dichiara di percepire le responsabilità poste dalla legge come deterrente principale alle donazioni.
Il nuovo disegno di legge intende allargare la protezione dalle responsabilità anche ai rivenditori non-profit e a quei soggetti che donano cibo direttamente a singole persone invece che tramite organizzazioni di beneficenza in modo da facilitare le donazioni. La proposta vuole inoltre eliminare alcuni limiti imposti per legge riguardo le etichette degli alimenti. Nella legislazione americana vigente, il cibo destinato alla donazione deve rispettare infatti dei prerequisiti che non riguardano soltanto lo stato degli alimenti, ma anche parametri non necessari come il peso netto del prodotto.
La data di scadenza come deterrente sbagliato
L’altra novità che il testo proposto da Fudge introduce è la possibilità di donare cibo scaduto ma ancora sicuro. “La data di scadenza, infatti, genericamente indica la data entro la quale un prodotto viene considerato fresco, ma molti consumatori, potenziali donatori, stati e governi locali interpretano erroneamente queste etichette come indicatori della sicurezza del prodotto”, sostiene ancora Fudge. “Questo disegno pertanto estende la protezione di responsabilità per includere anche questa tipologia di alimenti scaduti ma ancora sicuri, evitando in questo modo inutili sprechi alimentari e incoraggiando la donazione di cibo sicuro a quelle famiglie che ne hanno bisogno”.
Sul fare chiarezza sulla data di scadenza dei prodotti alimentari è intervenuto anche il Dipartimento dell’Agricoltura americano (USDA). Lo scorso dicembre l’USDA ha infatti aggiornato la sua guida all’etichettatura dei prodotti alimentari destinata a produttori e rivenditori incoraggiandoli a cambiare terminologia. Nella guida si consiglia cioè di sostituire la dicitura della data di scadenza con la frase “da consumarsi preferibilmente entro”. Così indicata, infatti, la data di scadenza verrebbe più facilmente percepita dai consumatori come indicatore di qualità e freschezza piuttosto che di sicurezza del prodotto.
Risparmio alimentare a partire dalle scuole
Tra i provvedimenti futuri che i propositori del Food donation Act intendono mettere in campo, anche quello di reintrodurre il Food Recovery Act, proposto dalla democratica Chelli Pingree (promotrice insieme alla collega Marcia Fudge del nuovo disegno di legge). In tale provvedimento, centrale il ruolo delle scuole nel ridurre gli sprechi alimentari incoraggiando l’acquisto da parte delle mense di frutta e verdura prossimi alla scadenza ma ancora sicuri da mangiare, e scartati semplicemente perché “brutti”.
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