Sostenibilità rifiuti ospedalieri: quanto inquinano gli ospedali?
Se vi dicessimo che gli ospedali sono fra le strutture più inquinanti e inquinate al mondo probabilmente non ci credereste. Eppure alcuni dati sembrano confermare la scarsa salubrità degli ambienti ospedalieri e una poca attenzione ad alcuni aspetti che hanno delle ricadute importanti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo. A battersi da decenni per una maggiore consapevolezza sull’importanza di una gestione più green delle strutture e di una sostenibilità rifiuti ospedalieri è Gary Cohen, con la sua associazione Health Care Without Harm, che negli ultimi anni sta portando avanti una serie di battaglie e di progetti innovativi per garantire ambienti più sani. Fra le varie iniziative c’è anche quella di cui vi abbiamo parlato di recente che riguarda la realizzazione di orti sui tetti degli ospedali di modo da assicurare ai pazienti cibo sano e sostenibile.
Le tossine dannose prodotte dagli ospedali
Il cibo è decisamente uno degli aspetti meno preoccupanti della questione se ascoltiamo l’elenco delle tossine dannose che le strutture ospedaliere producono quotidianamente, che lo stesso Cohen ha snocciolato sul palco del TEDxMadrid nel corso del suo intervento Healing hospitals.
“Vi è una dissonanza fra la missione degli operatori ospedalieri e i danni che provocano indirettamente a causa di scelte sbagliate e una generale scarsa attenzione alla sostenibilità rifiuti ospedalieri”, ha sottolineato Cohen.
L’aspetto positivo, se vogliamo, è che non vi è una reale colpa, nel senso che molto spesso rischi e danni sono sconosciuti agli stessi direttori degli istituti.
La ‘colpa’ è della scarsa conoscenza
Non a caso, i buoni risultati che Cohen sta ottenendo negli ultimi anni in termini di risposta positiva da parte della dirigenza e dell’industria del settore ha portato la Fondazione MacArthur ad assegnare di recente alla Health Care Without Harm un finanziamento corposo, con la speranza che possa spingere sempre più il pedale.
La prima grande battaglia da vincere è proprio quella della conoscenza.
“Il problema- spiega Cohen- è che i dirigenti si sono concentrati così tanto sui singoli pazienti da non vedere il loro impatto sull’intera comunità“.
Troppi prodotti chimici e tossici
La carne piena di antibiotici che viene servita nelle mense e ai pazienti può dare origine a ceppi di batteri molto resistenti. Detergenti e disinfettanti versati nello scarico possono penetrare nella nostra acqua potabile. Le diossine che fuoriescono dagli inceneritori medici possono provocare l’aumento di malattie cancerogene e malformazioni nei neonati.
Educare alla sostenibilità rifiuti ospedalieri
Come è possibile disintossicare gli ospedali? L’approccio di Cohen è innanzitutto educativo. Si presenta ai dirigenti ospedalieri con dati che parlano chiaro e a tutti i materiali pericolosi che vengono attualmente utilizzati propone delle alternative sane, a-tossiche e che garantiscono la sostenibilità rifiuti ospedalieri.
Con delle scelte alternative si può cambiare il mercato
L’obiettivo finale di Cohen è quello di eliminare i prodotti tossici dal settore sanitario. E per farlo non è necessario che tutte le strutture ospedaliere, ci riferiamo in questo caso agli Stati Uniti ma i concetti sono applicabili a qualsiasi sistema in qualsiasi parte del mondo, cambino le proprie abitudini in modo radicale. Basta che una parte di loro inizi a fare delle scelte controcorrente per scuotere il mercato.
L’esempio dei termometri a mercurio
D’altra parte, non è l’industria a decidere cosa vendere ma sono i consumatori a farlo. E i consumatori possono avere il potere di guidare verso la produzione e l’adozione di prodotti più sostenibili e a prezzi accettabili. Cohen, solo per fare un esempio, è uno dei ‘responsabili’ della scomparsa dei termometri a mercurio dagli ambienti ospedalieri, a favore di quelli digitali. Anche in quel caso, la battaglia è stata dura e lenta ma è bastato convincere uno dei colossi ospedalieri ad adottare la nuova tecnologia per guidare l’intero mercato nel giro di qualche anno in quella direzione.
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