Siccità in Sicilia: l’unico lago prosciugato, gli agrumeti estirpati
L’allarme siccità in Sicilia raggiunge livelli sempre più drammatici: il Servizio agrometeorologico siciliano (SIAS) ha infatti riportato il dato delle precipitazioni medie in Sicilia nell’ultimo anno, pari a 453 millimetri. Per trovare una situazione così grave è necessario andare indietro fino al 2002. Le aree maggiormente colpite dallo stato siccitoso sono quelle della Sicilia centro-orientale e meridionale, con una crisi che è iniziata già durante l’autunno dell’anno scorso: la scarsità delle piogge tra ottobre e novembre ha infatti ridotto considerevolmente le scorte d’acqua a disposizione dei mesi primaverili, spingendo la Regione a chiedere e ottenere lo stato di calamità naturale già a inizio anno. Successivamente era stato deciso il razionamento dell’acqua in quasi 200 Comuni. Semplificando al massimo, la situazione è ribaltata rispetto all’anno scorso, quando a soffrire la siccità erano le regioni settentrionali: quest’anno invece a nord maggio e giugno sono stati molto piovosi, laddove invece nel Meridione la siccità è avanzata in modo feroce. E le conseguenze, in Sicilia, sono già oggi molto gravi: vediamole più nel dettaglio.
La siccità in Sicilia sta cancellando l’unico lago naturale
I fiumi siciliani in questi mesi sono andati via via riducendosi, con una portata sempre minore. Ma a colpire è soprattutto la scomparsa dell’unico lago naturale dell’isola, il Lago di Pergusa: la siccità in Sicilia ha infatti trasformato questo bacino in una pozza di fango. E dire che quello stesso specchio d’acqua è stato narrato nel mito di Persefone, passando quindi per le prole di Ovidio, di Cicerone e perfino di John Milton. Riserva naturale speciale inserita nella lista dei siti di “interesse comunitario” dall’Unione Europea, questo invaso sta scomparendo: come spiegato al Corriere da Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia, “dopo mesi di agonia e dopo un’incredibile settimana di irrespirabili miasmi, il lago di Pergusa è quasi completamente scomparso, al suo posto rimane una chiazza nerastra di fango umido che si sta essiccando al sole di questa estate appena iniziata”. E sono dure le parole di Amato nei confronti del governo dell’isola, che di fronte alla siccità in Sicilia avrebbe fatto poco o nulla.
Manca l’acqua, nella Piana di Catania si estirpano gli agrumeti
Non sono solamente gli specchi d’acqua a scomparire per la siccità in Sicilia degli ultimi mesi. In queste settimane la mancanza di precipitazioni è accompagnata nella Piana di Catania dal suono delle motoseghe: sono quelle degli agricoltori della zona che, non avendo sufficiente acqua a disposizione per le proprie colture, sono giunti alla dolorosa decisione di estirparne una parte. Le conseguenze di una tale azione, necessaria, sono notevoli: al di là degli ovvi costi per gli agricoltori, è bene pensare alla riduzione della produzione, al taglio dei braccianti necessari per la raccolta, alla riduzione delle successive lavorazioni negli stabilimenti, e via dicendo. Tagliare gli agrumeti vuol dire quindi impoverire un territorio.
Combattere la mancanza di precipitazioni con un dissalatore fermo da 12 anni
A Porto Empedocle c’è un dissalatore, fermo però da 12 anni: si era optato per il suo spegnimento per via degli alti costi di gestione. Ora che, per via della siccità in Sicilia, la Regione ha deciso di destinare 20 milioni per affrontare la crisi, si è scelto di destinarne 1 alla riattivazione dell’impianto, capace di aspirare l’acqua salata del mare e di filtrarla, per produrre acqua dolce pronta per essere immessa nella rete idrica. Costato 6 milioni di euro, il dissalatore era rimasto in funzione dal 2007 al 2012: per rimetterlo in funzione saranno necessari almeno 5 mesi. Va peraltro sottolineato che in Sicilia sono presenti altri due dissalatori, a Gela e a Trapani, entrambi in stato di abbandono. Tutto questo, peraltro, succede mentre c’è in progetto la costruzione di 4 nuovi dissalatori nelle Eolie.
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