La siccità da record in Amazzonia
Gli ultimi mesi hanno fatto registrare una siccità da record in Amazzonia. Sappiamo tutti cos’è quest’area: si tratta di una enorme foresta pluviale che tocca ben 9 Paesi diversi del Sud America, caratterizzata da un clima umido equatoriale, con temperature elevate e per l’appunto un tasso di umidità molto alto. Ci si rivolge spesso a questa enorme foresta come ai “polmoni del Pianeta”, sott’intendendo il ruolo cruciale che l’Amazzonia ha nel rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera. Questo, per l’appunto, per l’enorme quantità di alberi presenti. Ma si sa, negli ultimi decenni la foresta amazzonica è stata vittima di un feroce processo di deforestazione, così da renderla sempre più fragile e più vulnerabile di fronte ai cambiamenti climatici e agli eventi meteorologici estremi. Per questo motivo la comunità scientifica non si è sorpresa nel trovarsi di fronte a una siccità da record in Amazzonia tra 2023 e 2024. Se è vero che dei periodi siccitosi non sono rare in quest’area, è certo che la siccità registrata è la più grave di cui si abbia traccia negli ultimi 100 anni. Più nello specifico, il livello massimo di criticità è stato raggiunto in ottobre lungo il Rio Negro, il più grande affluente del Rio delle Amazzoni: questi fiume, nei pressi della città brasiliana di Manaus, ha infatti toccato il livello più basso registrato nell’ultimo secolo.
Le cause della siccità da record in Amazzonia
Ma cosa sta causando la siccità da record in Amazzonia? Cosa ha portato a questa nuova minaccia in questa area così preziosa per il clima del Pianeta, peraltro culla di circa il 10% delle specie conosciute a livello mondiale? Di certo il primo fattore da tenere in considerazione è la presenza di El Niño, il quale, come noto, tra i suoi effetti ha anche quello di aumentare le temperature nell’area del Pacifico orientale, portando come conseguenza a una riduzione delle precipitazioni in Sud America. Il secondo fattore è inevitabilmente rappresentato dai cambiamenti climatici. Il climate change causato dall’uomo agirebbe in due modi diversi: prima di tutto, andando a ridurre ulteriormente le precipitazioni, soprattutto quelle del periodo tipicamente più umido, compreso tra giugno e novembre; in secondo luogo, la presenza di temperature più alte porta a un’evaporazione maggiore a livello di piante e di suolo, diminuendo quindi l’acqua a disposizione della foresta.
È stato calcolato che, in un mondo senza cambiamenti climatici in corso, una siccità da record in Amazzonia come quella appena registrata potrebbe avvenire ogni 1.500 anni circa, come un fatto del tutto eccezionale e straordinario. In un mondo come quello attuale, che fa registrare delle temperature medie superiori di almeno 1,2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale, la probabilità è di 30 volte superiore, con siccità di questo tipo che sono quindi “attese” ogni 50 anni circa. Nell’eventualità di un ulteriore peggioramento della situazione climatica, andando quindi a sfiorare i 2 gradi di aumento della temperatura media globale, una siccità come questa potrebbe invece accadere ogni 13 anni circa, con conseguenze devastanti sull’Amazzonia.
Il ruolo dell’Amazzonia nella lotta ai cambiamenti climatici
Parlare dei danni della siccità da record in Amazzonia vuol dire parlare anche degli effetti collaterali di portata enorme per il benessere del Pianeta nel suo insieme. La debolezza dei “Polmoni della Terra” si riflette infatti a livello mondiale: per quanto compromessa dalla deforestazione e dai cambiamenti climatici, ancora oggi la foresta amazzonica continua a rimuovere dall’atmosfera più anidride carbonica di quanto ne viene prodotta nell’area. A fronte di altre siccità come questa e di un continuo peggiorare della situazione, però, questi enormi polmoni verdi verranno meno al loro compito.
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