Sharing mobility, Roma si attesta al decimo posto tra le capitali europee
Sharing mobility, o più semplicemente trasporto condiviso: non c’è dubbio che questa innovativa modalità di spostamento stia cambiando le abitudini di centinaia di migliaia di persone in tutta Europa. Essere proprietari di un mezzo di trasporto non è infatti più indispensabile come un tempo, grazie all’integrazione tra la rete di trasporto pubblico con i servizi privati di condivisione di automobili, biciclette e scooter, in cui ciò che si paga è l’utilizzo effettivo. ShopAlike, portale di e-commerce attivo in 13 mercati europei, ha messo a confronto la diffusione dei servizi di car, bike e scooter sharing nelle capitali dei 28 Stati membri dell’Unione Europea per scoprire quale di queste città fosse la più avanzata. Nella classifica generale, che mette insieme le tre modalità di trasporto condiviso, Parigi conquista il gradino più alto del podio, seguita da Bruxelles e Berlino, mentre Roma fa capolino in fondo alla top ten, in decima posizione. La capitale francese è infatti quella che ottiene il risultato migliore nelle tre categorie, mentre Bruxelles e Berlino se la cavano meglio rispettivamente con le biciclette e con gli scooter condivisi.
Roma e il bike sharing che arranca
Che cos’è che impedisce alla nostra capitale di scalare la classifica della mobilità condivisa e diventare una vera smart city? A penalizzare Roma è soprattutto la diffusione del bike sharing, per la quale la città è al 23esimo posto su 28. Se guardiamo al quadro generale italiano, l’entusiasmo per le bici in condivisione non manca. Sono ben 200 i Comuni in cui è attivo almeno un servizio di bike sharing e 13.770 le bici a disposizione degli iscritti, la maggior parte delle quali accessibili al nord, con Milano e Torino in testa. Roma invece, per via della conformazione urbana e dei noti problemi di traffico, stenta ad offrire ai suoi cittadini una rete di piste ciclabili sufficientemente estesa e sicura che consenta ai ciclisti di pedalare in tranquillità. Non è certo un caso che l’Urbe detenga il primato del numero di auto private in rapporto al numero di abitanti. Per colmare il gap con le altre capitali d’Europa sono attualmente in corso di valutazione sistemi simili a quelli del car sharing, che consentirebbero di prendere e poi parcheggiare le bici in qualsiasi punto dell’area coperta dal servizio, e di individuare le due ruote vacanti mediante app e GPS sul proprio smartphone.
Car sharing, quanto mi costi?
Nella classifica europea Parigi conquista il primo posto sia per numero di auto condivise a disposizione dei propri cittadini – 19 ogni 1000 abitanti – che per prezzo medio orario, poco al di sopra dei sei euro. Decisamente meno economico è il car sharing in città come Vienna, Berlino e Amsterdam, ma anche a Roma: in media ben 18,60 euro per un’ora di tragitto. Nella nostra capitale, stando al rapporto per 2017 pubblicato da Sipotra (Società italiana di politica dei trasporti), sono 220.000 gli iscritti ai servizi di condivisione delle automobili, tra cui si annoverano operatori come Car2Go, Enjoy e Share’ngo.
Scooter sharing, l’ultimo arrivato
Ad insidiare il primato di condivisione di automobili e biciclette sono arrivati anche gli scooter. Tra le capitali europee, Berlino primeggia per il basso costo di questo servizio che, nonostante le condizioni meteo non sempre favorevoli, sta riscuotendo successo tra i suoi abitanti e, grazie all’impiego di modelli elettrici, non inquina l’aria della città né con emissioni sonore fastidiose né con sostanze inquinanti. In questa classifica Roma si piazza al quarto posto, grazie ai servizi offerti da Zig Zag ed eColtra, quest’ultimo con scooter alimentati ad energia elettrica.
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