Scienziati e cambiamenti climatici: l’appello per salvare il Pianeta
Sono passati 25 anni e poco o nulla sembra essere cambiato. Anzi, a dirla tutta, il nostro pianeta è forse ancor più in pericolo rispetto al lontano 1992, quando la Union of Concerned Scientists aveva riunito più di 1700 scienziati per lanciare il “World Scientists’ Warning to Humanity”, un documento e un appello in cui la comunità scientifica sosteneva che l’impatto delle attività umane sul mondo naturale avrebbe molto probabilmente comportato un danno sostanziale alla terra, potenzialmente irreversibile. E ora, a distanza di mezzo secolo si torna a discutere di scienziati e cambiamenti climatici.
Il secondo appello per salvaguardare il pianeta
Oltre 15mila scienziati provenienti da 184 paesi hanno deciso di aggiornare il documento originale, tornando a fare il punto sulla situazione ambientale. Lo studio, che anche questa volta è vero e proprio appello universale, è stato pubblicato sulle pagine della rivista BioScience, con il titolo “World Scientists’ Warning to Humanity: A Second Notice” e porta la firma di 15.372 autori, un numero mai raggiunto prima per una pubblicazione scientifica.
‘Abbiamo aggiornato il documento- ha spiegato William Ripple della Oregon State University e co-autore del nuovo studio- perché volevamo far sapere a tutti a che punto siamo arrivati. Con poche eccezioni, le tendenze che avevamo già evidenziato tanti anni fa sono peggiorate.”
Pochi progressi solo nella riduzione del buco dell’ozono
Negli ultimi decenni gli unici progressi sono stati compiuti nella riduzione delle sostanze chimiche che causano il buco nell’ozono, che sembra essersi stabilizzato. Qualche buona notizia arriva poi sul fronte dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, in aumento, e dei tassi di deforestazione, passati dallo 0,18% annuo nel 1992 allo 0,08% di oggi.
La maggiore preoccupazione è il cambiamento climatico
Ma a parte ciò, non si è riusciti a fare molto altro per salvaguardare il pianeta, che stiamo distruggendo a perdita d’occhio. A preoccupare maggiormente la comunità scientifica è il cambiamento climatico, causato dall’aumento del volume di gas a effetto serra provocati dai combustibili fossili, dal fenomeno della deforestazione e da alcune pratiche scorrette dell’agricoltura intensiva tradizionale.
“Dal 1992- ha sottolineato Ripple le emissioni di CO2 sono aumentate del 62% e la temperatura globale è aumentata del 29%, mentre la biodiversità è in pericolo. Basti pensare che la fauna selvatica è diminuita del 29%.”
I dati più allarmanti
La preoccupazione degli scienziati e cambiamenti climatici è stata riassunta in pochi punti, che definiscono alcune delle tendenze più gravi degli ultimi 25 anni:
• Riduzione del 26% della disponibilità di acqua dolce potabile per abitante
• Aumento del 75% delle zone oceaniche morte, dove, a causa dell’inquinamento e della scarsa quantità di ossigeno, non vi è più vita animale
• Distruzione di circa 120 milioni di ettari di foreste per lasciar spazio a terreni coltivati
• Aumento di più del 60% delle emissioni di gas serra
• Incremento della temperatura media terrestre del 167%
• Crescita della popolazione umana del 35%
• Diminuzione del 29% della popolazione animale: mammiferi, rettili, anfibi, uccelli e pesci
Si sta perdendo la bio-diversità
Piante, animali, insetti e tutte le specie presenti in natura svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di ossigeno e nella purificazione di aria e acqua. La scomparsa della bio-diversità sta mettendo a repentaglio l’ambiente, peggiorando il fenomeno dei cambiamenti climatici. D’altra parte fino a 25 anni fa, quello del cambiamento climatico non era un tema all’ordine del giorno, mentre ora lo è diventato, come confermato dalle discussioni che si sono svolte a Bonn, in Germania, qualche giorno fa nell’ambito della COP 23, la nota conferenza sul Clima.
Le emissioni di CO2 non stanno diminuendo
I dati non sono purtroppo ancora incoraggianti. E confermano molte delle preoccupazioni degli scienziati e cambiamenti climatici, secondo cui le emissioni di CO2 non stanno diminuendo a livello globale, come invece dovrebbero. E dopo un leggero stop registrato negli ultimi tre anni, il 2018, che dovrebbe essere particolarmente freddo, dovrebbe portare un aumento delle emissioni nocive in gran parte del mondo.
Scienziati e cambiamenti climatici: cosa si può ancora fare
Eppure, molto si potrebbe fare per arrestare questa tendenza. Secondo gli scienziati bisognerebbe creare sempre più aree verdi, parchi e riserve naturali, promuovendo la ricchezza degli habitat naturali e la promozione della bio-diversità e cercando di ricostruire gli ecosistemi persi. Poi, servono investimenti che spingano sul fronte delle energie rinnovabili e sull’implementazione di tecnologie innovative green. Insomma, serve un cambiamento a livello politico-economico che parta dalla consapevolezza di dover cambiare priorità e strategie. E infine contano anche le azioni individuali, perché se tutti noi modificassimo alcune abitudini i risultati potrebbero essere importanti.
Unire le forze per cambiare rotta
Non è (ancora) tutto perso, sembrano dirci gli scienziati e cambiamenti climatici si possono ancora fermare. Come? “Lavorando insieme possiamo compiere grandi progressi per il bene dell’umanità e del pianeta che abitiamo”, conclude lo studio.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo