Salvaguardare le api: dai corridoi sicuri ai vaccini
Lo abbiamo visto qualche giorno fa in un articolo dedicato al rapporto tra api e salute umana: il progressivo venire meno di questi preziosi impollinatori si traduce in circa 427 mila morti precoci in più all’anno. Che il ruolo di questi insetti volanti sia fondamentale per il mondo come lo conosciamo è noto: il 90% di tutte le piante selvatiche e l’80% delle piante produttrici di cibo esistono infatti proprio grazie al lavoro degli impollinatori. Ecco allora che negli ultimi anni si stanno moltiplicando gli sforzi per salvaguardare le api, sapendo che questi insetti continuano a diminuire, colpiti da diverse minacce. Si parla dei veleni e dei pesticidi usati in agricoltura, della progressiva perdita degli habitat selvaggi, della presenza di parassiti e di patologie, nonché in generale dell’aumento delle temperature conseguenza dei cambiamenti climatici. Ecco che allora i progetti messi in campo sono i più diversi: se più comunemente l’impegno è quello di ridurre fino ad eliminare l’uso di pesticidi, ci sono iniziative più originali per salvaguardare le api, dalla creazione di appositi corridoi fino alla messa a punto di vaccini ad hoc.
Una rete di corridoi sicuri per salvaguardare le api in UE
Le chiamano “buzz lines” ovvero, tradotte letteralmente, “piste ronzanti”. E sono al centro della EU Pollinators Initiative che è stata rivista e presentata pochi giorni fa dalla Commissione europea, la quale punta a salvaguardare le api e a proteggere gli impollinatori creando una rete diffusa di corridoi ecologici. Questa iniziativa rientra in un progetto in cui si inseriscono la Politica agricolta comune e il taglio dei pesticidi, e prende spunto dalle “autostrade per api” che sono state progettate negli anni scorsi da più soggetti e associazioni.
Ma come si crea un’autostrada per api? Come spiegato dall’associazione omonima, che ad oggi comprende 14 comuni italiani e 4 istituti scolastici (che collabora con realtà come il Parco naturale La Mandria, ATA ambiente, il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino Slow Food Comunità degli impollinatori e BeeMaps) si tratta di un percorso verde fatto di piccoli habitat in cui le api possono trovare il necessario per sopravvivere. Non quindi un’autostrada d’asfalto, quanto invece un corridoio ecologico fatto di giardini pubblici e privati, parchi, siepi, aiuole e via dicendo, tante piccole e grandi stazioni di polline per garantire un “passaggio sicuro” agli impollinatori.
Il vaccino per le api negli Stati Uniti
Un’altra minaccia che sta colpendo le api è quella delle malattie. Tra queste la più temibile – anche per gli apicoltori – è quella chiamata “peste americana”. Si tratta di un agente patogeno che colpisce le larve, e che non lascia scampo. Nel momento in cui viene individuata questa malattia, all’apicoltore non resta che bruciare tutto: alveari, api, attrezzi da lavoro. Sapendo che una spora non bruciata può riuscire a vivere, e a fare danni, per almeno 70 anni, andando quindi a infettare un altro alveare, un’altra colonia, e via dicendo. Ecco che allora è stato messo a punti uno specifico vaccino per api, da somministrare attraverso la pappa reale: così facendo si può avere le certezza che il vaccino possa arrivare a proteggere tutte le api presenti in un alveare, ape regina compresa. A sviluppare il farmaco è stata la società biotecnologica Dalan Animal Health: la possibilità concreta è quindi quella di limitare fino a debellare la pericolosa peste americana delle api.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo