Il difficile rapporto tra salmoni e dighe
Il salmone è uno straordinario migratore. Si pensi al salmone atlantico, che è (era) capace di muoversi dalle Alpi svizzere fino alla Groenlandia, per poi tornare indietro. Sì, perché la sua vita inizia in acqua dolce, lì dove se ne resta per due anni, per poi spostarsi vero il mare e verso l’oceano. Ma una volta in acqua salata, raggiunta la piena maturità, il salmone compie il suo viaggio al contrario, per deporre le uova. E subito dopo il suo viaggio riprende, ma sono in realtà pochissimi i salmoni che riescono a deporre una seconda volta: stando al WWF, nel caso dei salmoni che compiono le loro migrazioni lungo il fiume Reno, solamente 1 salmone su 1.000 riesce in questa impresa. Cosa rende difficile o persino difficile le loro perinigrazioni? I nemici sono fondamentalmente due: gli sbarramenti artificiali e i cambiamenti climatici. Oggi vogliamo approfondire in particolar modo il rapporto critico tra salmoni e dighe.
Il difficile rapporto tra salmoni e dighe: il caso californiano
Che salmoni e dighe non possano andare d’accordo è già noto da tempo, più o meno da quando si è iniziato a costruire dighe sui principali fiumi del mondo. E spesso proprio la presenza di questi sbarramenti ha portato all’estinzione – o quasi – di intere specie di salmoni. Pensiamo per esempio a quello che è successo in California, lungo il fiume Klamatha, che nasce in realtà sulle montagne del vicino Oregon. Qui la presenza di ben quattro dighe ha reso via via sempre più difficile la vita dei salmoni, in quello che fino a un secolo fa era il terzo corso d’acqua più popolato di salmoni degli USA. Certo, anche i cambiamenti climatici hanno avuto il loro effetto, rendendo più faticosa la risalita del fiume. Ma è certo che il principale nemico sono proprio le dighe: è soprattutto a causa loro che la popolazione attuale di salmoni è calata di circa il 95%. A protestare contro questa strage sono stati diversi gruppi, dagli ambientalisti fino ai nativi americani che vivono in questa area, e per i quali i salmoni sono una forma di sussistenza alimentare tradizionale. Ecco allora che a partire dagli ann 2000 è iniziata una “guerra” contro il governo, affinché gli sbarramenti venissero rimossi: finalmente, per le varie pressioni ricevute, la società che gestisce le 4 dighe ha dato il via al processo di demolizione, facendo così iniziare il più grande piano di salvaguardia dei salmoni mai approvato, a livello mondiale.
Lo studio sui salmoni del Maine
La difficile convivenza tra salmoni e dighe non ha certo come unico teatro il fiume Klamatha. Per restare negli Stati Uniti, qualcosa di molto simile succede anche nel Maine, lungo i fiumi Penobscot e Kennebec. Qui un team di ricercatori ha effettuato uno studio – poi pubblicato sul Canadian Journal of Fisheries and Aquatic Sciences – a partire dal monitoraggio del passaggio dei salmoni nei pressi di due dighe, quelle più vicine all’oceano in entrambi i corsi d’acqua. Misurando la percentuale di grasso corporeo dei salmoni – indice dell’energia su cui i pesci possono contare per risalire un fiume – ci è si è accorti che proprio la deviazione presso le prime dighe comporta una perdita compresa tra il 10 e il 20% del grasso. E in effetti per superare questi passaggi artificiali, costruiti appositamente per i pesci migratori, i salmoni impiegano molti giorni. Moltiplicando questo consumo di energia e di tempo per tutte le dighe presenti lungo i fiumi, come spiegano i ricercatori, si capisce molto bene quanto i pesci arrivino stanchi a destinazione, senza più le forze necessarie per essere efficaci da un punto di vista riproduttivo. Ecco che allora, come diretta conseguenza della presenza delle dighe – e del surriscaldamento dell’acqua dei fiumi, per via dei cambiamenti climatici, che aumenta ulteriormente la fatica – la popolazione dei salmoni continua a diminuire nel Maine.
Far tornare i Salmoni in Svizzera
Vale la pena ricordare che le dighe hanno messo in difficoltà anche i salmoni europei: se fino a un secolo fa il salmone atlantico si spostava dalle Alpi svizzere fino alla Groenlandia, a partire dagli anni Cinquanta il salmone è dato per estinto in Svizzera, proprio per via delle dighe.
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