Rotaie verdi: Milano imita la High Line di New York
Milano strizza l’occhio a New York e immagina la sua ‘High Line’. Si chiama ‘Rotaie Verdi’ il progetto di riqualificazione di alcuni scali ferroviari dismessi che potrebbero essere trasformati, proprio come per il parco sopraelevato di Manhattan ma anche per la Promenade Plante’e di Parigi, in uno percorso naturalistico. Sviluppato da WWF Italia con il supporto di Fondazione Cariplo in partnership con Comune di Milano, Cooperativa Eliante e Rete Ferroviaria Italiana, il progetto, sotto forma di studio di fattibilità, è stato presentato qualche giorno fa all’Urban Center di Milano.
Scali ferroviari dismessi trasformati in corridoi verdi
L’idea è quella di sfruttare la fascia del rilevato ferroviario che attraversa gli scali dismessi di San Cristoforo, Porta Genova e Porta Romana per realizzare un corridoio ecologico lungo sei chilometri che possa essere attraversato a piedi o in bici e dove oasi naturalistiche selvagge possano integrarsi con aree destinate al verde pubblico. Un’oasi caratterizzata da ecosistemi tipici della campagna lombarda, ma anche piccoli laghi artificiali, aiuole, panchine e aree attrezzate per le famiglie con bambini.
Rigenerazione urbana con Rotaie Verdi
Il primo obiettivo è chiaramente quello di rigenerazione urbana. Il progetto consentirebbe di collegare il centro città con alcune aree più periferiche e di contribuire quindi al risanamento di alcuni aspetti di degrado. Il corridoio interesserebbe una delle aree più problematiche dell’hinterland milanese, quella che da Porta Romana porta al Parco della Vettabbia e poi al Parco agricolo Sud creando di fatto un percorso che dalla metropoli arrivi alla campagna.
Favorire la biodiversità
Secondo i rilievi già svolti sul campo da esperti naturalisti, il progetto potrebbe favorire la biodiversità locale. Le varietà di specie vegetali presenti all’interno degli scali e lungo la cintura ferroviaria sud sono ben 368, pari all’81% del totale noto in tutta la città. Altrettanto ricca è la varietà di invertebrati (64 specie e sottospecie), in particolare di insetti; anche la presenza di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi è variegata e comprende specie protette come il rospo smeraldino, alcuni rapaci e uccelli migratori. La realizzazione di una connessione ecologica tra gli scali consentirebbe alle biodiversità di muoversi liberamente e riprodursi, garantendo la sopravvivenza delle specie.
Resilienza urbana
Rotaie Verdi è stato anche presentato come un esempio di come la pianificazione e la progettazione urbana possano diventare strumenti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
‘Le aree urbane dismesse- si legge nella presentazione del progetto- non devono necessariamente essere viste solo come occasione di localizzazione per nuove funzioni urbane, ma anche come luoghi per incrementare la resilienza urbana, attenuare il fenomeno dell’isola di calore, rivitalizzare le connessioni ecologiche, attraverso una deimpermeabilizzazione funzionale.’
Un progetto nuovo che rimanda a uno vecchio
Il piano prevede una spesa di 172 milioni di euro e va a braccetto con il progetto di riqualificazione degli ex scali ferroviari di Greco-Breda, Farini, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova e San Cristoforo, pari un milione e 250 mila metri quadrati, approvato più di un anno fa dall’amministrazione precedente ma mai avviato. Il piano prevedeva quasi 600mila mq di spazi verdi a uso pubblico, più di 10 km di piste ciclabili e un’area edificabile di 674mila mq. Con ‘Rotaie Verdi’ si chiariscono però alcune funzioni di collegamento degli scali ferroviari a sud (Porta Genova valorizzerà il distretto della moda e design, San Cristoforo dovrebbe essere interamente un parco collegato al Naviglio Grande mentre Porta Romana creerà un collegamento al nuovo polo espositivo della Fondazione Prada) che potrebbero incentivarne la realizzazione.
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