Riuso edifici abbandonati, Milano realizza l’Atlante dell’Abbandono
Li troviamo in ogni angolo, in qualsiasi parte d’Italia, a simbolo di un qualcosa che c’era e non c’è più o di un progetto interrotto. Edifici sventrati, semi diroccati, abbandonati e dimenticati. Sono casolari di campagna, abitazioni private, fabbriche dismesse, cantieri edilizi mai portati a termine. In qualche caso sono opere che, per i motivi più disparati, non sono mai state completate ma nella maggior parte dei casi si tratta di strutture che hanno avuto una loro storia e funzione in passato e che poi sono state lasciate a degradarsi. La natura e l’uomo li hanno nel tempo inglobati e deturpati, rendendoli ancora più lugubri e fatiscenti.
Riuso edifici abbandonati per ridurre consumo di suolo e impatto ambientale
Oltre a deturpare il paesaggio e a infondere un senso di decadenza, i cosiddetti immobili fantasma sono anche uno schiaffo a tutte le risorse che sono state impiegate, suolo compreso. Soprattutto negli ultimi anni, alla luce dei dati sulla crescente urbanizzazione e quindi della necessità di gestire in modo più sostenibile lo sviluppo abitativo e produttivo, si sta cercando in qualche modo di correre ai ripari. Sono diverse le iniziative che portano avanti un’operazione di mappatura di tutti gli edifici abbandonati e inutilizzati e dall’altro lato si cerca di pianificare una possibile riconversione delle strutture, perché il riuso edifici abbandonati sembra una delle strade più intelligenti da percorrere in un’ottica di sostenibilità e di circolarità.
Atlante dell’Abbandono: uno strumento per la mappatura e il riuso edifici abbandonati
Uno degli esempi più importanti in questo senso arriva da Milano. Tutto è iniziato grazie ad una collaborazione fra il Laboratorio permanente sui luoghi dell’abbandono (L’ABB), fondato nel 2015 presso l’Università degli Studi di Milano, e il Centro Studi per la Programmazione Intercomunale dell’area Metropolitana (PIM), un’Associazione volontaria di Enti locali dell’area milanese che svolge attività di supporto nella realizzazione di studi e progetti in materia di pianificazione-programmazione territoriale, infrastrutturale, ambientale e in tema di sviluppo socio-economico locale. Grazie a un accordo siglato fra le due realtà nella primavera del 2016 è nata l’idea di realizzare un Atlante dell’Abbandono, ovvero uno strumento di mappatura di tutti i luoghi urbani, le strutture e gli edifici che sono stati abbandonati e versano in uno stato di degrado.
Ricostruire la geografia degli spazi dismessi e promuoverne il recupero
L’intenzione è quella di ricostruire la geografia, quantitativa e qualitativa, dei principali spazi dismessi presenti nei comuni della Città Metropolitana di Milano e di farlo utilizzando uno strumento interattivo e che potesse essere costantemente aggiornato. L’obiettivo finale è chiaramente quello di offrire un supporto ai vari soggetti direttamente coinvolti nei processi di analisi e pianificazione del territorio milanese.
Quasi 500 luoghi identificati in 18 comuni di Milano
A distanza di quasi un anno, sono stati raggiunti ottimi risultati. Grazie al contributo di ricercatori, tirocinanti e studenti del Corso di Laurea Scienze umane dell’ambiente, del territorio e del paesaggio sono stati identificati 300 luoghi dell’abbandono in 18 comuni della Città metropolitana di Milano, ai quali sono stati aggiunti i 180 luoghi dell’abbandono del Comune di Milano. Questi sono stati mappati e pubblicati sul geoportale, che è in costante aggiornamento.
Attualmente i comuni censiti sono: Castano Primo, Abbiategrasso, Legnano, Rho, Bollate, Paderno Dugnano, Bresso, Corsico, Buccinasco, Rozzano, Opera, San Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Peschiera Borromeo, Segrate, Cernusco sul Naviglio, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese + Milano.
L’analisi verrà estesa ad altri comuni (Cinisello Balsamo, Cormano, Novate Milanese, Baranzate, Cusano Milanino, Pero, Settimo Milanese, Cornaredo, Cusago, Trezzano sul Naviglio, Cesano Boscone, Assago, Pieve Emanuele, Vimodrone, Arese, Pioltello, Lainate, Nerviano, Pogliano Milanese, Parabiago) e verrà restituita sotto forma di webgis una volta completato il percorso.
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