I risultati della Cop27 in Egitto
Gli incontri della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022 si sono tenuti dal 6 al 18 novembre, in Egitto. Qui si sono confrontate 197 delegazioni diverse, con un alto numero di incontri, di sedute, di conferenze. Ora è tempo di guardare a quello che esce e che resterà da questa Conferenza delle parti sul clima: quali sono i risultati della Cop27 in Egitto? È possibile valutare in modo positivo questo lungo confronto tra le potenze mondiali? Sinteticamente, sembra difficile alzare il pollice sulla Cop27. Certo, è stato fatto un passo avanti, ma si contano anche delle opportunità mancate e persino degli arretramenti. Lo ha sintetizzato bene il Segretario generale Onu António Guterres: «accolgo con favore la decisione di istituire un fondo per le perdite e i danni e di renderlo operativo nel prossimo periodo. Non sarà sufficiente, ma è un segnale politico assolutamente necessario per ricostruire la fiducia infranta. Tuttavia il nostro Pianeta è ancora al pronto soccorso. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un problema che non è stato affrontato. Cop27 si è conclusa con molti compiti e poco tempo».
I risultati della Cop27: il via libera al Loss and damage
Da una Conferenza delle parti sul clima “africana”, come è stata quella ospitata dall’Egitto, ci si aspettava proprio questo, ovvero il via libera al fondo Loss and damage. Anche se parlare di “via libera” potrebbe essere esagerato: il momento in cui si metteranno effettivamente delle somme sul tavolo sembra ancora lontano. Ma è un fatto che finalmente è stato compiuto un passo in avanti decisivo per l’istituzione del fondo, il quale dovrebbe raccogliere soldi dai paesi più sviluppati per andare a risarcire i danni causati dai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo, maggiormente esposti alle perdite. Il concetto di base è semplice: i paesi più ricchi sono quelli che, a partire dalla Rivoluzione Industriale, hanno prodotto le maggiori emissioni di anidride carbonica, portando di conseguenza il pianeta alla crisi climatica. Questo meccanismo è in discussione da anni, e fino all’ultimo è stato in forse anche alla Cop27: solamente durante le ultime ore degli incontri si è arrivati infatti a un accordo. Con i paesi ricchi che hanno posto due condizioni che non possono essere trascurate: prima di tutto, il fatto che i soldi dovranno andare solamente verso i paesi maggiormente vulnerabili rispetto ai danni causati dagli eventi meteo estremi; in secondo luogo, il fatto che tra le potenze che dovranno elargire i fondi sarà presente anche la Cina, nonché altri paesi che pur non rientrando nella lista dei Paesi sviluppati hanno disponibilità economica e livello di emissioni egualmente alti. A raffreddare gli animi resta il fatto che i criteri che decideranno l’entità dei versamenti verranno decisi l’anno prossimo, in occasione della Cop28 di Dubai.
Nessun concreto miglioramento sulle emissioni
Se il risarcimento ai paesi più esposti è una buona notizia, gli altri risultati della Cop27 tendono al grigio. Il maggiore punto dolente è quello relativo alle emissioni: niente è stato scritto o deciso per portare a un più deciso taglio dell’inquinamento. È persino possibile dire che si era più vicini a rispettare il limite di 1,5° di aumento della temperatura l’anno scorso, all’uscita della Cop26 di Glasgow – la quale comunque non è stata celebrata come un successo.
Quel che è certo è che il paese ospite, l’Egitto, ha raggiunto il suo obiettivo, ovvero quello di ritardare nel tempo i tagli sulle emissioni. Questo, ovviamente, a favore soprattutto dei vicini Emirati Arabi Uniti e Araba Saudita, i quali non a caso nell’ultimo anno hanno dinanziato l’Egitto con 22 miliardi dollari.
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