Rifugi a energia positiva per i senzatetto dell’India
L’India è uno dei paesi con il maggior numero di senzatetto al mondo, che si concentrano perlopiù a Nuova Dehli. La capitale è diventata l’emblema del boom economico che sta interessando il paese asiatico negli ultimi anni e delle conseguenti contraddizioni. Mentre la città sta lentamente cambiando volto e grosse fette della popolazione si stanno arricchendo allo stesso tempo stanno aumentando le persone che si trovano sotto la soglia di povertà, costrette a vivere e dormire in strada. Soltanto a Nuova Dehli i senzatetto sono almeno 100mila.
Come risolvere la piaga sociale dei senzatetto indiani
È per risolvere quella che ormai è diventata una piaga sociale che il governo indiano ha varato lo scorso anno un piano che prevede la realizzazione, in cinque anni, di 40milioni di abitazioni destinate ai senzatetto. Un obiettivo ambizioso, forse troppo se consideriamo i costi e le tempistiche legate alla costruzione e che rischia quindi di non essere raggiunto. Ma una soluzione potrebbe esserci ed è stata proposta da una società di design senza scopo di lucro che ha sviluppato un modello di rifugi a energia positiva che potrebbero essere realizzati in poco tempo e potrebbero al contempo contribuire al percorso che l’India sta compiendo verso una transizione energetica a rinnovabili.
PowerHyde, la casa a basso impatto ambientale per i senzatetto
La società si chiama BillionBricks, ha sede a Singapore ed è stata fondata da Prasoon Kumar, che ne è il Ceo, dal designer Robert Verrijt e dall’architetto Armad Paardekooper. Dopo un lavoro di ricerca e analisi durato più di sei mesi sulle possibili soluzioni progettuali che avrebbero potuto essere messe in pratica per risolvere il problema abitativo della popolazione indiana, è nato PowerHyde, una nuova tipologia di alloggio semi-temporaneo a basso impatto ambientale.
Rifugi a energia positiva che diventano mini-centrali elettriche a fonti rinnovabili
La novità del concept è che non si tratta semplicemente di una soluzione sostenibile ma è il primo modulo abitativo destinato ai senza tetto, quindi alle fasce più povere della popolazione, che produce più energia di quanta ne consumi. Il surplus energetico dei rifugi a energia positiva, secondo il progetto, potrebbe essere venduto dai proprietari delle abitazioni per alimentare altri impianti del quartiere o della città, diventando di fatti una fonte di reddito aggiuntiva per le famiglie. E se consideriamo che un cluster di 170 abitazioni può generare 1 mega watt di energia, il risultato è che una piccola comunità PowerHyde può trasformarsi in una mini-centrale elettrica a fonti rinnovabili.
Prefabbricazione e modularità per abbattere costi e tempi
Realizzare le abitazioni per i senzatetto è piuttosto semplice e veloce, stando alla descrizione che ne fanno i progettisti. Essendo dei moduli prefabbricati sono facili da assemblare e non richiedono grande manodopera, riducendo costi e consumi legati al trasporto e ai lavori di cantiere, come avviene invece nell’edilizia tradizionale. Ciascun modulo può essere sviluppato in diverse fasi, la prima della quale prevede l’installazione del tetto solare e l’allacciamento energetico, poi si procede con l’installazione della casa in sé: pareti, finestre, pavimentazioni, ecc. La flessibilità della prefabbricazione consente inoltre di poter scegliere la conformazione dell’abitazione, che si può sviluppare orizzontalmente o verticalmente e che può essere di varie dimensioni, aggiungendo ulteriori moduli.
Riuso dell’acqua piovana e compostaggio dei rifiuti
La sostenibilità ambientale di PowerHyde non è relegata alla produzione di energia rinnovabile. Ciascuna casa è infatti dotata di sistemi di raccolta e di depurazione delle acque piovane e di smaltimento dei rifiuti. E saranno tecnologicamente avanzate grazie a infrastrutture IoT che ne consentiranno la gestione e il controllo tramite smarthpone o qualsiasi dispositivo mobile.
In una visione di comunità sostenibile non poteva chiaramente mancare il verde e soprattutto aree destinate alla coltivazione. E di fatti nel prototipo di BillionBricks i rifugi a energia positiva dovrebbero prevedere dei piccoli spazi esterni da destinare all’agricoltura di quartiere, altra soluzione per il sostentamento della popolazione e per la produzione alimentare biologica e a km zero.
Le idee innovative possono essere destinate ai più poveri
“Generalmente le nuove idee e tecnologie nascono pensando ai segmenti di mercato più alti, per poi essere riproposte in versioni più economiche e di minore qualità per le fasce più basse della popolazione- spiegano da BillBricks– Noi abbiamo invece deciso di invertire questo processo, progettando un concetto abitativo innovativo dando la stessa importanza ai valori di scalabilità, accessibilità e sostenibilità.“
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