Unep: come ridurre l’uso della plastica dell’80% entro il 2040
La plastica come è noto è un materiale piuttosto leggero. Ecco, tenendo in considerazione questo aspetto, fa ancora più impressione il fatto che produciamo circa mille miliardi di chilogrammi di questo materiale ogni anno. E quel che è peggio è che, nonostante il livello assurdo di inquinamento da plastica che abbiamo già raggiunto, è possibile che la produzione di plastica incrementi ulteriormente nei prossimi decenni: nel peggiore tra gli scenari possibili, si stima che la produzione di questi materiali finisca per triplicare entro il 2060. Anche perché la plastica viene riciclata solo in piccolissima parte. Si stima per esempio che negli Stati Uniti venga riciclato solamente il 5% dei rifiuti di plastica, con tonnellate di rifiuti che finiscono invece dispersi nell’ambiente o bruciati in fosse a cielo aperto (cosa che accade non di rado quando i paesi sviluppati “inviano” i loro rifiuti in altri paesi per disfarsi del problema). Il fatto è che, per l’estrema convenienza della plastica rispetto ad altri materiali, l’industria continua a preferirla, generando ulteriore inquinamento. Esiste però una strada per migliorare le cose: secondo l’Unep è effettivamente possibile ridurre l’uso della plastica dell’80% entro il 2040.
Il rapporto dell’Unep
Il nuovo rapporto dell’Unep, ovvero del Programma ambientale delle Nazioni unite, è intitolato “Chiudere il rubinetto: come il mondo può mettere fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare” e presenta luci e ombre, paure e speranze. Non ci si limita infatti a indicare le vie da seguire per ridurre l’uso della plastica dell’80% entro il 2040. Si presentano i danni dell’inquinamento da plastica, per esempio quelli sulla salute umana, come le alterazioni del sistema endocrino, i tumori e i disturbi cognitivi. E si calcolano i costi dell’inquinamento da plastica nel suo complesso, unendo quelli sanitari e quelli necessari per ripulire il pianeta: in tutto si parla una cifra compresa tra i 300 e i 600 miliardi di dollari all’anno. Ecco, se è vero che ridurre l’uso della plastica è di per sé costoso, è vero anche che rispetto a questi costi si potrebbe avere comunque un grande guadagno complessivo, salvando 4.500 miliardi di dollari entro il 2040. In che modo?
Come ridurre l’uso della plastica dell’80% entro il 2040
La plastica deve essere considerato come un materiale altamente tossico, il quale però ormai si è inserito ovunque, in ogni ambiente, in ogni aspetto della vita. L’obiettivo primario dovrebbe quindi essere quello di diminuire sempre più la produzione di questo materiale. Più nello specifico, l’Unep ha messo a punto una strategia per ridurre l’uso della plastica dell’80% entro il 2040, agendo su tre strade diverse.
Le soluzioni da mettere in campo sono basate sulle 3R, ovvero sul riuso, sul riciclo e sul riorientare la produzione. Grazie al riuso si potrebbe già di per sé riuscire a tagliare l’inquinamento di plastica del 30% da qui al 2040; aumentando il riciclo di plastica si potrebbe riuscire a tagliare l’inquinamento di plastica di un ulteriore 20%. E va detto che si potrebbe arrivare anche a un taglio fino al 50% nel momento in cui si decidesse finalmente di tagliare del tutto i sussidi ai combustibili fossili. Infine, si potrebbe ridurre l’inquinamento di plastica di un altro 17% usando i materiali alternativi attualmente disponibili. Perché, per l’appunto, non si parla di soluzioni futuribili: le soluzioni alternative da mettere in campo esistono già.
Secondo l’Unep, con il riciclo si potrebbero risparmiare 1.270 miliardi di dollari, da sommare ai 3.250 miliardi di dollari risparmiati sul fronte della salute, del clima e del degrado degli ecosistemi. Va peraltro detto che mettere in campo una seria strategia di economia circolare per ridurre l’uso di plastica permetterebbe di creare 700.000 posti di lavoro netti entro il 2040, soprattutto nei paesi a basso reddito, con un conseguente miglioramento delle condizioni di vita.
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