Riciclaggio dei pannelli fotovoltaici: l’esempio di Yuma
Per tantissime persone, Yuma è solamente la città del film western del 1957 con Glenn Ford, “Quel treno per Yuma”, storia che peraltro è stata riproposta con un remake nel 2007. Yuma è però tutt’altro che una città di fantasia: si tratta infatti di una città dell’Arizona, negli Stati Uniti. Ecco, oggi parliamo di un’impresa nata proprio qui, dove il deserto di Sonora incontra la “Baja” California: il suo nome è “We Recycle Solar”,e si occupa del riciclaggio dei pannelli fotovoltaici. Un’attività che per ora è effettivamente rarissima, ma che dovrà diventare sempre più comune nei prossimi anni. Questo perché gli impianti per l’energia fotovoltaica, grandi e piccoli, sono ormai tantissimi nel mondo, e per fortuna in costante aumento; la prima generazione di pannelli solari, però, si sta dirigendo in modo compatto verso la dismissione, generando ogni giorno moli enormi di rifiuti. Da qui, come abbiamo già visto in un altro articolo, la necessità di riciclare i pannelli solari in modo efficace e conveniente, proprio come stanno facendo a Yuma.
“We Recycle Solar” il riciclaggio dei pannelli fotovoltaici a Yuma
Sul fatto che ci sia la necessità di avviare in tutto il mondo tante imprese dedicate al riciclaggio di pannelli fotovoltaici, non ci sono davvero dubbi. Ute Collier, il direttore della International Renewable Energy Agency, ha stimato che entro il 2030 ci saranno circa 4 milioni di tonnellate di rifiuti di questo tipo, per arrivare poi potenzialmente a oltre 200 milioni di tonnellate entro il 2050. Quello di Yuma è il primo centro di riciclaggio dei pannelli fotovoltaici su larga scala degli Stati Uniti e più in generale del Nord America. L’obiettivo è quello di rispondere allo “tsunami” di rifiuti solari che sono già stati prodotti e che verranno generati nei prossimi mesi e anni. Anche perché queste tecnologie per l’energia rinnovabile possono dirsi effettivamente sostenibili solo durante il loro utilizzo: senza una filiera per il loro riciclo, diventano invece a loro volta dannose per l’ambiente.
I pannelli fotovoltaici dismessi che arrivano a Yuma vengono raccolti in diversi magazzini di raccolta – in tutto 7 – disseminati per gli Stati Uniti, con pile di pannelli che vengono spostate da carrelli elevatori all’interno dello stabilimento. Ma in realtà l’analisi dei singoli pannelli viene fatta a mano, con gli addetti che devono quindi sollevare ed esaminare singolarmente ogni pannello. Alcuni sono completamente andati, altri presentano delle crepe causate magari da una tempesta, e via dicendo. Per prima cosa i pannelli vengono smistati, per condizione, per tipologia e per marchio; da lì inizia il riciclaggio vero e proprio.
Come vengono riciclati concretamente i pannelli solari?
I pannelli solo lievemente danneggiati o in ogni caso ancora funzionanti, come ha spiegato il CEO di We Recycle Solar alla NBC, possono essere rimessi in sesto e rivenduti: c’è infatti un mercato abbastanza vivace per i pannelli ricondizionati. Quelli che invece non hanno speranza di essere ricondizionati vengono immessi su un nastro trasportatore, per avviare il riciclo vero e proprio. Il quale consiste di fatto nella separazione di diversi materiali, cosa tutt’altro che facile. Perché i pannelli fotovoltaici sono costruiti in modo robusto, così da resistere alle tempeste; e perché spesso gli elementi interni sono molto piccoli. Con degli strumenti appositi (tra i quali delle braccia robotiche) gli addetti di We Recycle Solar riescono a separare vetro, silicio cristallino, alluminio, rame, argento e gli altri materiali presenti. Di certo il lavoro per recuperare piccole moli di materiale è tanto. Però, come spiegato dagli stessi manager di We Recycle Solar a proposito del rame, «non sono molte sterline per pannello solare. Ma quando trattiamo 10.000 libbre di pannelli solari all’ora, finiamo con centinaia di libbre di rame raccolte all’ora».
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