Ribes Tech, fotovoltaico nanotecnologico indoor
Dopo più di 30 anni di ricerca, il fotovoltaico ‘classico’, quello in moduli pesanti in silicio, destinati ad applicazioni nelle coperture di edifici o in grandi parchi impiantistici, sembra aver esaurito le sue potenzialità. Da un po’ di tempo a questa parte la sperimentazione si sta spostando su un altro fronte, quella delle celle solari leggere e flessibili che promettono gli utilizzi più disparati: dai dispositivi wearable al rivestimento di oggetti di uso comune. Con l’idea di riuscire a sfruttare al massimo i principi fotoelettrici, immagazzinando energia in qualsiasi momento e soprattutto da qualsiasi fonte luminosa, anche interna. È su quest’ultimo fronte che si sta investendo in modo particolare e questa volta l’innovazione è tutta italiana: si chiama Ribes Tech.
Ribes Tech, il fotovoltaico che funziona con la luce interna
Si chiama Ribes Tech la start-up nata a marzo del 2016 da un team di ricercatori del Politecnico di Milano che lavorano nel polo dedicato alle nanotecnologie dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova per sviluppare una pellicola fotovoltaica nanotecnologica ultrasottile, flessibile, leggera e personalizzabile che funziona con la luce artificiale. I moduli sono stampati su substrati molto economici, possono essere realizzati in diverse forme e colori e possono quindi adattarsi alle esigenze degli ambienti indoor. La scelta di concentrarsi su tecniche che permettano di sfruttare la luce di interni è dettata proprio dal voler aprire le porte a un nuovo mercato che è ancora in fase embrionale, le cui possibilità e potenzialità non sono state ancora indagate.
Rivestimenti per sistemi domotici e IoT
Inizialmente i ricercatori puntano a produrre rivestimenti plastificati per sensori per sistemi domotici– rilevatori d’allarme, di temperatura, piccoli display e telecomandi- dispositivi dell’internet delle cose, ed etichette elettroniche per i supermercati. Ma l’obiettivo futuro è quello di poter alimentare anche dispositivi più esigenti come cellulari ed elettrodomestici.
Approccio B2B
In una prima fase l’approccio sarà business to business (B2B), siglando accordi con aziende attive nei settori della domotica, della produzione di dispositivi elettronici (sensori, wireless..), di sistemi e reti IoT, interessate a integrare i fogli fotovoltaici nei loro prodotti, rendendoli energeticamente indipendenti.
Nanotecnologia e stampa
L’ispirazione tecnologica viene dagli oled, i diodi alla base dei moderni schermi di cellulare e computer che emettono luce anche se le celle della pellicola fotovoltaica funzionano all’opposto: anziché emettere luce, la assorbono e la trasformano in elettricità.
Le celle fotovoltaiche utilizzano come materiale attivo un polimero semiconduttore mescolato con delle nanosfere di carbonio (fullereni) e depositato su un substrato plastico. Il pannello è un sandwich doppio: alla base c’è un foglio di plastica su cui viene stampata la cella- anch’essa a strati- ricoperta da un altro film di plastica. Il tutto è gestito con un processo nanotecnologico, per cui i materiali conduttori e semiconduttori sono manipolati a livello molecolare e resi simili a un inchiostro che viene poi stampato su pellicola. Quando l’inchiostro si asciuga le nanoparticelle mantengono le loro proprietà e la loro capacità di trasformare la radiazione solare in energia elettrica.
Sul mercato nel 2017
Ribes Tech sta lavorando al progetto da diverso tempo, i primi prototipi sono sta già stati realizzati e sta sviluppando le partnership aziendali necessarie per lanciare i propri prodotti sul mercato, cosa che dovrebbe avvenire nell’arco del prossimo anno. Intanto è arrivata l’azienda industriale Omet srl di Lecco che è entrata nel capitale sociale della start-up e che si occuperà della produzione dei macchinari per la stampa delle celle.
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