REbuild 2016: di cosa si è parlato a Riva del Garda
REbuild a Riva del Garda
Si è conclusa la prima parte di REbuild, l’evento internazionale dedicato alla promozione della riqualificazione urbana sostenibile e intelligente. Nella due giorni di Riva del Garda si è parlato di risorse rinnovabili, dei paradigmi della nuova edilizia, dei Criteri Ambientali Minimi, della riqualificazione del patrimonio immobiliare, di economia circolare, di rigenerazione urbana e di molto altro. Il prossimo appuntamento, con la seconda parte della convention, sarà l’11 ottobre, stavolta a Milano.
L’edilizia incontra un nuovo approccio industriale
Ma di carne sul fuoco ne è già stata messa parecchia durante le conferenze di Riva del Garda. A REbuild 2016 sono state infatti date molte importanti risposte a chi si domandava come superare l’inerzia e la paura dell’innovazione nell’edilizia contemporanea: ad ascoltare i relatori c’erano infatti oltre 500 ospiti. Dal palco di REbuild è stato ribadito che il futuro dell’edilizia è già qui: si stanno già costruendo per esempio a chilometro zero edifici smontabili e riutilizzabili, con tecnologie che permettono risultati semplicemente inconcepibili fino a poco tempo fa. Sono molte dunque le società che hanno avviato un nuovo processo edilizio, caratterizzato da un forte approccio industriale, in cui la prefabbricazione viene abilitata da una potente infrastruttura di ingegneria digitale. Come infatti ha sottolineato Thomas Miorin, fondatore di REbuild, questi nuovi percorsi
«stanno facendo emergere una serie di ambiti nuovi per l’industria delle costruzioni: logistica, produzione lean e offsite, assemblaggio e manutenzione, manifattura digitale, robotica e realtà aumentata».
La crisi come una spinta all’innovazione
E nel settore dell’edilizia c’è perfino chi vede la crisi come un’opportunità. Filippo delle Piane, vice presidente di Ance Nazionale, ha infatti dichiarato che «la crisi è il nostro alleato: quando scarseggiano le risorse bisogna trovare nuove soluzioni». La depressione economica come spinta verso l’innovazione, dunque. Come infatti ha spiegato Morin, «nel Paese non ci sono le condizioni demografiche ed economiche per una ripresa che abbia le caratteristiche del passato ed è necessario individuare una nuova prospettiva e nuovi modelli di azione». Il tutto, ovviamente, da mettere in campo in un’ottica di sostenibilità: «bisogna ripartire dal patrimonio che già oggi è presente, con la priorità di rigenerarlo e di renderlo adatto alle esigenze delle attuali domande»
Economia circolare e sostenibilità
La soluzione, come spiegano a REbuild, è dunque l’economia circolare, anche e soprattutto nel campo dell’edilizia sostenibile. E non può essere altrimenti: gli obiettivi per il futuro sono infatti tutti quanti orientati verso il pieno rispetto dell’ambiente, e l’edilizia deve essere uno dei principali motori di questa rivoluzione. Basti pensare che la Germania ha approvato un piano che prevede di portare il patrimonio immobiliare ad essere un produttore di energia entro il 2050. Entro la stessa data, Svezia e Danimarca puntano invece ad essere alimentate totalmente da fonti rinnovabili. Ma sono molti gli obiettivi green degli stati europei: un altro esempio virtuoso viene dalla Norvegia e dall’Olanda, che stanno traguardando un piano per una mobilità senza combustibili fossili da concretizzare entro un decennio.
Il Trentino sostenibile a Rebuild
Altro grande protagonista dell’evento è stato ovviamente il Trentino, una realtà territoriale che sempre più simboleggia la via italiana verso la sostenibilità. Alla convention è intervenuto anche l’assessore provinciale Carlo Daldoss, il quale ha sottolineato che la regione Trentino Alto Adige «rappresenta un unicum in Italia per la concentrazione di iniziative e di enti di certificazione sulla materia, di rilevanza ad un tempo nazionale e internazionale».
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