Il rapporto tra cambiamenti climatici e siccità in Sicilia e Sardegna
Cambiamento climatico

Il rapporto tra cambiamenti climatici e siccità in Sicilia e Sardegna

Nelle ultime settimane è stato sottolineato più volte come la Sicilia si stesse trasformando in un deserto: simbolo dell’emergenza siccità dell’estate 2024 è stato sicuramente il lago di Pergusa, in provincia di Enna, un bacino che, per via della lunga carenza di piogge e delle temperature altissime, è finito per scomparire. Le foto del bacino vuoto hanno riempito i social per settimane. Ma come si è arrivati a questo punto, in Sicilia come nell’altre grande isola italiana, la Sardegna? A quale punto è possibile dire che queste ondate di calore sono effettivamente anomale? Per rispondere a questa e ad altre domande, è stato pubblicato uno studio che approfondisce il rapporto tra cambiamenti climatici e siccità, anche in Sicilia e Sardegna.

Il rapporto tra cambiamenti climatici e siccità

Lo studio in questione è stato realizzato da 15 ricercatori di World Weather Attribution: tra loro ci sono anche degli scienziati di università e di agenzie meteorologiche italiane, oltre che di enti statunitensi, svedesi, britannici e olandesi. Il risultato dell’indagine è sconcertante, per quanto tutt’altro che sorprendente, visti i risultati di studi simili: nei prossimi anni casi di siccità come questi aumenteranno continuamente, ad ogni frazione di grado di riscaldamento del globo terrestre. Viene quindi rimarcato il rapporto tra cambiamenti climatici e siccità, rendendo esplicito il bisogno di tagliare rapidamente le emissioni di gas a effetto serra, così da fermare questo processo distruttivo. Semplificando al massimo il rapporto tra cambiamenti climatici e siccità, gli scienziati hanno spiegato che i primi rendono il presentarsi della seconda del 50% più probabile. Il climate change trasforma quindi degli anni con precipitazioni scarse in periodi drammaticamente siccitosi.

La siccità in Sardegna e in Sicilia

Dati alla mano, le siccità che quest’estate hanno colpito Sicilia e Sardegna non sarebbero state classificate “estreme” in assenza dei cambiamenti climatici. Come spiegato da da Mariam Zachariah, ricercatrice presso il Grantham Institute – Climate Change and the Environment dell’Imperial College di Londra e riportato da Adnkronos, “la Sardegna e la Sicilia stanno diventando sempre più aride a causa dei cambiamenti climatici. Il caldo torrido e prolungato colpisce le isole con maggiore frequenza, facendo evaporare l’acqua dai terreni, dalle piante e dai bacini idrici. Per gli agricoltori e le città che hanno sopportato mesi di restrizioni idriche, questo studio è una conferma: il cambiamento climatico sta intensificando la siccità”.

Gli altri elementi aggravanti

Le precipitazioni si fanno aspettare a lungo, mentre il calore altissimo fa evaporare l’acqua non solo dai terreni, ma anche dalle piante e dai bacini idrici. In un mondo più freddo di 1,3°, dicono gli scienziati, siccità come quelle che hanno colpito Sicilia e Sardegna sarebbero molto più rare. A peggiorare il tutto, viene evidenziato nello studio, c’è la gestione inefficace dell’acqua: in uno scenario di scarsità, mettere in conto anche le perdite delle tubature moltiplica le criticità. A risentirne sono tutti, dagli abitanti ai turisti, dagli agricoltori agli animali, dalle coltivazioni alla vegetazione selvatica.

I commenti del WWF e di Greenpeace

Come sottolineato da Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, non si tratta affatto di un allarme nuovo, anzi: “il WWF Internazionale lo aveva lanciato, con una conferenza stampa a Roma, ben 20 anni fa” peccato che da allora “ben poco è stato fatto: per anni tante forze politiche hanno continuato a negare il cambiamento climatico, rallentando l’adozione delle misure urgenti necessarie”. Federico Spadini di Greenpeace fa inoltre notare che, mentre questo studio dimostra ancora una volta quanto sia cruciale smettere di sfruttare i combustibili fossili, e mentre la Sicilia si inaridisce, “a pochi chilometri dalle sue coste ENI ha appena avviato la produzione di gas fossile nel giacimento Argo Cassiopea. L’impianto ha ricevuto il via libera e il plauso del governo Meloni che, al di là dei proclami, non intende far nulla per le Regioni italiane più colpite dalla siccità e dagli altri eventi climatici estremi”.