Rapporto annuale WMO: un 2023 fuori scala
Che il 2023 sia stato un anno da bollino rosso per il clima non è certo una sorpresa. Ancor prima delle varie indagini e dei diversi report, gli italiani hanno sperimentato in prima persona gli effetti dei cambiamenti climatici, in differenti modi. Frane, alluvioni, mareggiate, temperature eccezionalmente alte, grandinate: tutti questi fenomeni sono risultati in aumento. Basti pensare al fatto che – come riassunto da Legambiente – nel nostro Paese durante il 2023 sono stati registrati 378 eventi meteorologi estremi, dalle alluvioni che hanno colpito Emilia-Romagna e Toscana in poi. Ma il clima “pazzo” del 2023 non ha travolto solamente l’Italia: il rapporto annuale WMO (World meteorological organization), intitolato “State of the Global Climate 2023” e pubblicato il 19 marzo 2024, dimostra che il pianeta intero ha vissuto un anno climaticamente “fuori scala”.
Off the charts: il 2023 un anno fuori scala
“Off the charts”, ovvero per l’appunto fuori classifica, fuori scala. Così il rapporto annuale WMO definisce sinteticamente il 2023, a sottolineare i valori del tutto eccezionali fatti segnare dal clima durante quei 12 mesi. Non si parla solamente di un anno che ha superato i record negativi precedenti: il 2023 ha “sbriciolato” i primati registrati fino al 2022, e proprio per questo è stata usata più volte l’espressione “Off the charts”. Era già stato annunciato da altri enti che il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre. Ebbene, il rapporto annuale WMO conferma questo dato, spiegando che la temperatura media sulla superficie delle terre emerse e degli oceani è stata di 1,45 gradi centigradi più alta rispetto a quella dell’epoca pre-industriale. Siamo quindi a un soffio rispetto al limite di 1,5 gradi individuato come soglia da non superare nel riscaldamento globale, pur sapendo che il margine di errore comunicato dall’Organizzazione meteorologica mondiale è di 0,12 gradi. Il mondo non è duque mai stato così vicino al limite risultante dagli Accordi di Parigi, ma non si parla solo delle temperature drammaticamente alte. Il report del WMO sul 2023 parla anche delle altissime concentrazioni di gas a effetto serra, dell’acidificazione degli oceani, dell’innalzamento del livello dei mari. In questo scenario, oltre il 90% delle acque oceaniche ha conosciuto delle ondate di calore; parallelamente, i ghiacci del pianeta si stanno sciogliendo a ritmi inauditi. Si parla dei ghiacciai montani, soprattutto in America Settentrionale e in Europa, ma anche della calotte polari. Si pensi, a questo proposito, che in Antartide l’estensione della calotta nel 2023 è stata più piccola di un milione di chilometri quadrati rispetto al 2022: un ammanco pari alla somma delle superfici di Francia e Germania.
I commenti al Rapporto annuale WMO
Non sono mancati i commenti allarmati di fronte ai dati riportati dal rapporto annuale WMO, a partire da quello del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, per il quale “tutti gli indicatori portano all’allarme”. E in effetti la segretaria generale del WMO Celeste Saulo ha evidenziato che “la crisi climatica è la sfida determinante di fronte alla quale è posta oggi l’intera umanità, ed è inestricabilmente collegata alle disuguaglianze, come dimostrato dala crescente insicurezza alimentare, dalle migrazioni e dalla perdita di biodiversità”.
Il ruolo delle rinnovabili
Gli unici dati positivi del rapporto annuale WMO, seppur in ritardo, arrivano dalla crescita delle fonti energetiche rinnovabili. Nel 2023 è infatti stato registrato un aumento di quasi il 50% superiore rispetto al 2022, grazie in particolar modo al fotovoltaico e all’eolico. In tutto sono stati aggiunti infatti 510 Gigawatt.
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