La raccolta porta a porta dell’olio vegetale esausto
IL PROGETTO RECOIL. Raccogliere l’olio vegetale esausto per diminuire le emissioni di Co2: è questo l’intento del progetto pilota Recoil, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Life+. L’iniziativa ha interessato due comuni italiani, Castell’Azzara in provincia di Grosseto e Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Come ha affermato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani, «grazie a questo progetto si contribuisce a ridurre gli sversamenti degli oli nelle fognature e, al tempo stesso, si recupera una risorsa utile alla produzione di energia rinnovabile».
LA RACCOLTA DELL’OLIO VEGETALE ESAUSTO. Il progetto ha avuto in entrambi i comuni la durata di 12 mesi, con un sistema di raccolta porta a porta a cadenza mensile. A Castell’Azzara sono stati raccolti complessivamente 816 litri di olio vegetale esausto, con una media pro-capite di 0,5 Kg. Ad Ariano Irpino sono invece stati raccolti 1.212 litri, l’equivalente di circa 0,2 Kg pro-capite. Sommando l’olio che Recoil ha raccolto in un anno (2.028 litri) è stata evitata l’emissione nell’atmosfera di 122 kg di Co2 equivalente.
IL RISCHIO PER L’AMBIENTE. Le stime dicono che in Italia vengono prodotte annualmente più di 250.000 tonnellate di olio vegetale esausto, i cui residui, se non smaltiti in modo corretto, possono provocare danni alla flora e alla fauna. Buttando l’olio usato nello scarico si compromette un’efficace depurazione dell’acqua; peggio ancora se viene gettato direttamente in corsi d’acqua o in mare: l’olio crea infatti un velo superficiale che impedisce lo scambio dell’ossigeno con l’aria, con effetti nefasti per l’ecosistema.
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