Quanto ci costa illuminare le strade?
Ogni cosa è illuminata scriveva Jonathan Safran Foer nel suo libro autobiografico. Per parafrasare il suo titolo potremmo oggi dire che anche in Italia ogni cosa è illuminata… o, se non proprio ogni cosa, almeno le strade sì, lo sono. E parecchio.
Era una notte buia…
Avete presente quelle immagini che di tanto in tanto arrivano dai satelliti, o che potete guardare su Google, e che forniscono, seppure non in diretta, le immagini del nostro pianeta dall’alto? Di certo non vi sarà sfuggita nemmeno la versione notturna, sicuramente più scenografica. Il risultato è una grande sfera nera, cioè il pianeta terra, con delle macchie di luce a evidenziare le grandi città e – ingrandendo un po’ – anche i piccoli centri abitati. L’Italia, da questa particolare prospettiva, risulta tra le nazioni europee più illuminate… o, per meglio dire, più luminose! Quelle che vediamo, però, non sono le luci delle abitazioni, ma i sistemi di illuminazione pubblica. Impressionante, vero? Anche se nel mondo qualcuno già pensa di sfruttare l’energia cinetica per l’illuminazione pubblica, le luci che rischiarano le nostre strade rimangono una delle principali cause di inquinamento luminoso .
Non è tutto oro quel che riluce
È ancora più impressionante scoprire quanto l’illuminazione pubblica sia una voce di spesa decisamente non marginale nei bilanci delle nostre città. Negli ultimi anni il tema del risparmio è entrato sempre di più nell’agenda delle discussioni politiche e così parole ed espressioni come rinnovo dei vecchi sistemi di illuminazione, utilizzo di lampade a risparmio energico e installazione di tecnologie che consentano un uso più oculato fanno ormai da diverso tempo parte del vocabolario del cittadino e del dibattito politico.
In Italia sono quasi 10 milioni i lampioni per l’illuminazione pubblica e almeno il 30% di questi sono a vapori di mercurio, cioè vecchi e ad alto consumo, che in parole povere vuol dire: ci costano troppo.
Secondi solo alla Spagna
Il consumo annuo per l’illuminazione pubblica in Italia risulta di 107 kWh pro capite, più del doppio della Germania e della Gran Bretagna, che di certo non sono nazioni buie, e un terzo in più della Francia. A Berlino ci sono circa 16 cittadini per punto luce, mentre a Milano sono 9.
Soltanto la Spagna, con un consumo pro capite di 116 kWh, supera l’Italia. I paesi più virtuosi sono invece la Germania e la Gran Bretagna con un consumo pro capite che si attesta rispettivamente sui 50 e i 42 kWh.
Negli ultimi 15 anni, in Italia, il flusso totale di luce dell’illuminazione pubblica è addirittura raddoppiato. Responsabili di questi consumi record sono soprattutto i lampioni stradali, l’illuminazione per i monumenti, quella per i giardini pubblici, i punti luce all’esterno dei condomini e le insegne luminose
Chi ha paura del buio?
Spendere di più in illuminazione pubblica significa forse investire di più in sicurezza? Noi di Green.it abbiamo messo a confronto qualche statistica e la risposta è stata negativa. Infatti le 3 città italiane che spendono di più per l’illuminazione pubblica – nell’ordine Milano, Roma e Torino con rispettivamente 24, 19 e 17 euro procapite a punto luce – sono anche fra le 5 città con il più alto tasso di criminalità.
L’illuminazione stradale costa al nostro paese circa 2 miliardi di euro e grava proprio sulle finanze dei comuni. Civiltà e sicurezza non passano necessariamente per città illuminate a giorno negli orari notturni. Guardare l’orticello di qualche nostro vicino di casa decisamente più virtuoso rappresenterebbe sicuramente un esercizio di elevato valore morale e civile per i nostri amministratori pubblici, con buona pace degli astronauti romantici che vedranno un’Italia meno illuminata.
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