Quali sono le previsioni degli effetti climatici?
Sono tanti gli impegni presi dagli Stati negli ultimi anni per rallentare e fermare il cambiamento climatico, ma come sappiamo i risultati per ora sono ben poco soddisfacenti. Durante gli Accordi di Parigi i firmatari hanno convenuto che si deve fare tutto il possibile per non oltrepassare gli 1,5 gradi di aumento della temperatura terrestre rispetto all’epoca preindustriale. Il problema, però, è che nel 2016 questo aumento ha raggiunto gli 1,26 gradi centigradi, cifra che è spaventosamente vicina a quello che è il limite ottimo (quello massimo, invece, è di 2 gradi). Insomma, è evidente che non si sta facendo abbastanza, e forse questo sottovalutare il cambiamento climatico sta in gran parte nell’incapacità di fare delle previsioni degli effetti climatici che dobbiamo aspettarci nei prossimi decenni. Nella maggior parte dei casi, infatti, non riusciamo a capire quali saranno i problemi reali ai quali ci troveremo ad andare incontro se non cambiamo immediatamente modo di pensare e di agire. Ma chi è in grado di fare delle previsioni degli effetti climatici futuri?
Si possono fare delle previsioni degli effetti climatici futuri?
Per dare una risposta a questa domanda il New York Times ha contattato il direttore del Goddard Institute of Space Studies della NASA Gavin Schmidt, il quale ha confermato ancora una volta che no, non basta tagliare le emissioni di gas serra. Come già provato da tanti studi climatici, se anche domani – proprio così, domattina – eliminassimo del tutto qualsiasi emissione nociva, avremmo comunque a che fare con un pericoloso cambiamento climatico, in quanto dovremmo fare i conti con gli effetti del nostro inquinamento passato. Ecco, ovviamente la situazione per quanto riguarda la previsione degli effetti climatici futuri è ben peggiore, poiché come sappiamo tutti, le emissioni sono ben lontane dall’essere eliminate. Rispondendo alle domanda sulla possibilità di fare delle previsioni degli effetti climatici, Schmidt ha prima di tutto voluto precisare che «l’obiettivo degli 1,5 gradi di aumento è ormai fuori dalle nostre possibilità». Per lo scienziato della NASA, insomma, questo limite non può che essere superato, presumibilmente intorno al 2030. A suo avviso, dunque, l’unica cosa che possiamo realmente fare è cercare di rallentare il cambiamento climatico, in modo da adattarci ad esso nel modo meno doloroso possibile.
Da fatti eccezionali a normalità quotidiane
Ma quali sono le previsioni degli effetti climatici? Stando a Schmidt, c’è ancora la concreta possibilità di fermare l’aumento al di sotto dei due gradi centigradi, come del resto dettato come obiettivo imprescindibile dalle Nazioni Unite. Ma quale sarà l’impatto sul pianeta di questo aumento? Come ha spiegato il climatologo, le anomalie delle temperature saranno differenti di area in area, anche a livello della medesima latitudine. Quelli che in questi ultimi anni abbiamo vissuto come degli eventi straordinari e particolarmente drammatici diventeranno nei decenni a venire la norma quotidiana. Un esempio su tutti: nel 2016 il Circolo Polare Artico ha visto le temperature andare sopra lo zero termico per un giorno. Questo fatto del tutto eccezionale e molto pericoloso è destinato a ripetersi con sempre maggiore frequenza nel futuro.
Ci aspetta un pianeta differente
Di certo le previsioni degli effetti climatici di Schmidt non sono incoraggianti. La Groenlandia potrebbe essere del tutto priva di ghiaccio nell’estate del 2050, e le possibilità di vedere enormi blocchi di ghiaccio collassare negli oceani porterà all’ulteriore aumento del livello dei mari, i quali si potrebbero alzare tra i 60 e i 90 centimetri entro la fine del secolo, causando lo spostamento di milioni di persone. Ma i mari e gli oceani non si limiteranno ad alzarsi, diventando anche sempre più acidi, a causa dell’anidride carbonica assorbita, portando ad un collasso delle barriere coralline. Le estati diventeranno sempre più calde, e nelle zone temperate i giorni di calura ‘inusuale’ costituiranno fino al 30% dell’anno. A tutto questo si aggiungono siccità, eventi catastrofici sempre più violenti e via dicendo. Insomma, l’umanità si trova di fronte al baratro, e sta ignorando molteplici segnali. Quello che ci aspetta nei prossimi decenni è un pianeta differente e, per molti aspetti, molto meno ospitale di quello che conosciamo – e questo, in ogni caso, nel migliore dei casi.
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