Protocollo Leed: cos’è e i numeri in Italia
Per affrontare una delle sfide più grandi della contemporaneità, quella dei cambiamenti climatici, è necessaria una trasformazione radicale del settore edilizio. Gli edifici sono infatti responsabili di circa la metà dei consumi totali di energia a livello mondiale, producendo circa il 40% di emissioni di CO2 e il 38% dei rifiuti. A fronte di questi dati, l’applicazione dei principi di sostenibilità ambientale e di riuso dei materiali, cardini di un modello di economia circolare, alla filiera delle costruzioni appare sempre più un’urgenza e non una scelta alternativa.
Certificazioni, a cosa servono?
Progettare e costruire rispettando i criteri del green building può non essere semplice. Ed è qui che entrano in campo le certificazioni, che servono a stabilire il grado di impronta ecologica degli edifici ma che sono anche e soprattutto uno strumento utile a tutti i soggetti coinvolti nella progettazione, realizzazione e gestione degli edifici per applicare i giusti requisiti al fine di ottenere i risultati desiderati.
Leed, lo standard di certificazione energetica più diffuso al mondo
Il protocollo più diffuso a livello mondiale per la bioedilizia è il Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), nato negli Stati Uniti nel 1993 per opera dello USGBC (United States Green Building Council) e approdato in Italia nel 2009 grazie all’impegno di GBC Italia, che ha allineato gli standard internazionali sia al nostro sistema normativo sia alle caratteristiche costruttive della nostra edilizia.
Struttura e livelli dello standard
Il sistema di rating Leed si struttura in 7 sezioni organizzate in prerequisiti e in crediti. I prerequisiti di ogni sezione sono obbligatori affinché l’intero edificio possa venire certificato, mentre i crediti possono essere scelti in funzione delle caratteristiche del progetto. Dalla somma dei punteggi dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto, che può essere: Base (40-49 punti), Argento (50-59 punti), Oro (60-79 punti) e Platino (80 punti e oltre).
Le sezioni considerate sono queste:
- Sostenibilità del Sito (1 prerequisito, 8 crediti – max 26 punti): vengono affrontati gli aspetti ambientali legati al sito dove verrà costruito l’edificio e al rapporto di questo con il contesto.
- Gestione delle Acque (1 Prerequisito, 3 Crediti – max 10 punti): vengono considerate le tematiche ambientali legate all’uso, alla gestione e allo smaltimento delle acque negli edifici monitorando l’efficienza dei flussi d’acqua e promuovendo la riduzione dei consumi idrici e il riutilizzo delle acque meteoriche.
- Energia e Atmosfera (3 Prerequisiti, 6 Crediti – max 35 punti): viene promosso il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, l’impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili o alternative e il controllo delle prestazioni energetiche dell’edificio.
- Materiali e Risorse (1 Prerequisito, 7 Crediti – max 14 punti): vengono prese in considerazione le tematiche ambientali correlate alla selezione dei materiali, alla riduzione dell’utilizzo di materiali vergini, allo smaltimento dei rifiuti e alla riduzione dell’impatto ambientale dovuto ai trasporti.
- Qualità ambientale Interna (2 Prerequisiti, 8 Crediti – max 15 punti): vengono considerate le tematiche inerenti la qualità dell’ambiente interno, che riguardano la salubrità, la sicurezza e il comfort, il consumo di energia, l’efficacia del cambio d’aria e il controllo della contaminazione dell’aria.
- Innovazione nella Progettazione (2 crediti – max 6 punti): vengono identificati gli aspetti progettuali che si distinguono per le caratteristiche di innovazione e di applicazione delle pratiche di sostenibilità nella realizzazione di edifici.
- Priorità Regionale (1 Credito – max 4 punti): l’obiettivo è quello di incentivare i gruppi di progettazione a focalizzare l’attenzione su caratteristiche ambientali del tutto uniche e peculiari della località in cui è situato il progetto.
I numeri in Italia
Il Protocollo Leed negli ultimi anni sta riscuotendo un successo crescente anche in Italia.
Gli edifici certificati e registrati hanno raggiunto, stando ai dati diffusi da GBC Italia, quota di 441 per una superficie totale di circa 5,3 milioni di mq.
Tra i 441 progetti totali:
• 144 progetti hanno già conseguito la certificazione per un totale di 2,4 milioni di mq (tra questi ci sono nomi come Zara e Baxter a Roma, Vodafone, Hines Italia, UBS, BNP Paribas, Autogrill, Morgan Stanley, Gucci, Google e Sky 3 a Milano, Italcementi a Bergamo, Unipol a Bologna, Decathlon, Intesa Sanpaolo a Torino e Bottega Veneta a Vicenza).
• 297 stanno perseguendo la certificazione Leed per un totale di circa 2,9 milioni di mq (spiccano nomi come Lavazza, Coop, Petronas Lubrificants Italy, Morgan Stanley, Nestlè, L’Oreal, Johnson & Jhonson, Beni Stabili, Prada e Nike).
Distribuzione geografica
I progetti Leed in Italia sono suddivisi sulla penisola con una maggiore densità nelle aree in cui le amministrazioni pubbliche hanno sposato la sostenibilità in termini strategici adottando strumenti di indirizzo o regolazione specifici in favore dei rating systems Leed e nelle aree in cui è maggiormente presente sul mercato il ruolo importante delle committenze con respiro internazionale.
La Lombardia la fa da padrone, seguita dal Trentino Alto Adige e dal Lazio.
CASE STUDY: E’ in Italia l’edificio Leed più antico del mondo
L’Italia ha anche un’importante primato, quello di aver certificato l’edificio più antico al mondo. A onor del vero i record sono due. Il primo riguarda la riqualificazione della sede dell’Università Ca’ Foscari (1453) a Venezia, l’edificio più vecchio (557 anni), che ha ottenuto la LEED for Existing Buildings: Operations & Maintenance. In questo caso gli interventi sono stati relegati a un livello non strutturale. Diverso è per Palazzo Ricordi che, certificato LEED Core&Shell livello Gold, vede un intervento complesso di Major Renovation che ha interessato la struttura, l’involucro, la distribuzione interna e l’intero sistema impiantistico di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione (HVAC).
L’edificio milanese di via Berchet 2, nato nel 1880 grazie all’Opera Pia Borella e divenuto nel 1920 sede dalla Società Ricordi (che lo rileva nel 1930), sotto l’attuale proprietà Antonello Manuli Holdings è diventato un gioiello di sostenibilità.
Sostenibilità e conservazione storica possono andare a braccetto
“Palazzo Ricordi è la prova autentica che si può lavorare secondo pratiche green preservando la massima integrità delle strutture storiche che abbiamo in Italia con un po’ di ingegno, fatica e innovazione. – dichiara il Presidente di Green Building Council Gianni Silvestrini – Il nostro patrimonio costruito è significativo, e molti edifici storici hanno un disperato bisogno di adeguamenti. Questo rappresenta un’opportunità per ridurre i consumi e diminuire ogni anno grandi quantità di emissioni di anidride carbonica come ci richiede la Commissione europea. ”
Consumi energetici ridotti del 35%
La certificazione per Palazzo Ricordi è arrivata a fine 2014. Il nuovo edificio, in classe A, risparmia oltre il 35% dei consumi energetici, riducendo del 40% le emissioni di CO2 equivalente.
Gli interventi eseguiti per ottenere la Leed sono stati diversi. Alcuni piuttosto semplici come la
realizzazione di un parcheggio bici per gli utenti posto all’interno dell’edificio o l’installazione di nuove rubinetterie temporizzate e cassette a doppio flusso, che hanno consentito un risparmio idrico del 37%.
Altre azioni più complesse includono invece gli interventi mirati di mantenimento e riutilizzo degli elementi strutturali e di facciata con loro consolidamento. Nonostante la complessità dell’edificio storico è stato introdotto un termo cappotto interno ad elevato coefficiente di isolamento. E’ stato inoltre realizzato un impianto geotermico con pompa di calore con emungimento di acqua di falda e un sistema di condizionamento con anello di condensazione ad acqua di falda. I serramenti con vetri selettivi e finestre isolanti sono stati rifatti su disegno originario.
La qualità abitativa dell’edificio è stata inoltre migliorata grazie agli impianti di ventilazione di ultima generazione e all’uso di materiali basso-emissivi. Ottimizzata anche l’illuminazione naturale per oltre il 90% degli spazi regolarmente occupati grazie alla distribuzione interna e alle ampie finestrature dell’edificio.
Commissionig avanzato
Articolata è stata anche la gestione di cantiere che ha visto lo sviluppo di un attento piano per la riduzione degli impatti delle attività di costruzione e la ricerca di materiali con caratteristiche di sostenibilità. L’installazione degli impianti è stata perfezionata da un processo di Commissioning avanzato, che ha preso avvio fin dalle prime fasi di progettazione e ha verificato l’installazione, la taratura e il funzionamento di tutti gli impianti secondo le richieste da progetto.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo