Produzione mondiale di rifiuti: un confronto fra Capitali
Un’impressione abbastanza completa sulla situazione dell’inquinamento globale è fornita dai dati della World Bank del 2013. Da questo report si evince che nel 2010 circa 3.5 milioni di tonnellate di rifiuti sono stati prodotti ogni giorno a livello globale. Si tratta di un numero gigantesco, soprattutto se proiettato su scala annuale, una cifra cresciuta di ben 10 volte negli ultimi 100 anni. E infatti la produzione mondiale di rifiuti non è certo destinata a fermarsi o retrocedere. Secondo le previsioni della World Bank, i milioni di tonnellate dovrebbero arrivare a 11 entro la fine del secolo. Anche la situazione degli oceani è già fortemente critica e nel 2050 l’acqua potrebbe contenere più plastica che pesci. A contribuire in modo importante all’inquinamento globale è anche lo spreco di cibo se si considera che circa un terzo di quello prodotto ogni anno finisce nella spazzatura. Sono già in funzione o in fase di sviluppo diversi strumenti utili a capire quale sia la situazione nel mondo. Pensiamo, ad esempio, al sistema di monitoraggio aqicn.org o al lavoro svolto da Google per rilevare il livello dei gas serra, limitato al momento ad una porzione della California. In ogni caso, la produzione mondiale di rifiuti si caratterizza per differenze eclatanti fra il nord ed il sud del mondo, differenze che cercheremo di evidenziare mettendo a confronto alcune fra le Capitali più importanti.
La situazione di New York
Per quanto le differenze fra i vari Stati americani possano essere anche enormi, New York è la città che li rappresenta tutti. Ed è anche una delle più densamente popolate. La quantità di rifiuti prodotta dai newyorchesi è enorme, parliamo di circa 33 milioni di tonnellate all’anno. In apparenza, però, non sembrerebbe così inquinata. In larga parte la cosa è dovuta al sindaco Bill de Blasio che sta puntando molto sul riciclo attraverso l’articolata iniziativa Zero Waste che ha come obiettivo ridurre la quantità di rifiuti non compostabili. Inoltre, va detto che la maggior parte delle discariche e degli inceneritori che ricevono i rifiuti di New York si trovano al di fuori del territorio statale.
Occidente e Oriente si toccano: uno sguardo al Giappone
Il nord del mondo è la parte più ricca e sviluppata. Così, per quanto lontanissime, le realtà di New York e Tokyo presentano molti punti di contatto. La capitale giapponese è decisamente più popolosa di quella statunitense ma produce molti meno rifiuti: circa 12 milioni di tonnellate all’anno. Proprio a causa dell’enorme densità di popolazione, a Tokyo il concetto di riciclo è ormai radicato culturalmente. Ogni nucleo familiare realizza una minuziosa raccolta differenziata in cui vengono separati anche i rifiuti combustibili da quelli che non lo sono, fattore che agevola il processo successivo di trasformazione degli scarti in energia, operato da ben 48 inceneritori. Sono, inoltre, presenti 12 discariche che dovrebbero garantire una capienza sufficiente a contenere i rifiuti per almeno altri 50 anni.
Produzione mondiale di rifiuti: il sud del pianeta
Se le città più ricche sono anche quelle che puntano di più sul riciclo, le più povere si trovano nella situazione opposta. Parliamo, ad esempio, di Giacarta, Lagos o San Paolo. Qui è diffusissimo il fenomeno degli scavengers o waste picker, ovvero di coloro che frugano fra i rifiuti alla ricerca di oggetti da vendere. In assenza di politiche nazionali efficienti in termini di riciclo, tale pratica si è sviluppata fra le persone più povere proprio perché viene percepito come un modo semplice per guadagnare qualche soldo. Si tratta, però, di un’attività molto pericolosa dato che le enormi discariche in cui operano possono rivelarsi luoghi pericolosi, caratterizzati da superfici instabili e cedevoli. Nella maggior parte dei casi è un lavoro non riconosciuto e pagato pochissimo tranne casi rari come quello di San Paolo. Nella capitale brasiliana, infatti, ci sono vere e proprie cooperative di scavengers nate per tutelare i diritti di questi lavoratori.
Il caso di Amsterdam, faro dell’Europa
Il quadro della produzione mondiale di rifiuti si completa con la capitale dei Paesi Bassi, regina della lotta all’inquinamento in Europa, grazie anche ad una popolazione decisamente inferiore rispetto alle metropoli citate fino ad ora. La raccolta differenziata è svolta dai cittadini con attenzione mentre i rifiuti non riciclabili finiscono in un unico inceneritore, ad eccezione dei metalli. Gran parte degli scarti delle famiglie e delle aziende diventano la materia prima per produrre energia pulita e, anche per questo, l’inceneritore di Amsterdam lavora meno del previsto. Per questo, vi giungono anche i rifiuti di altri paesi europei, in particolare dell’Inghilterra. Tutto il sistema funziona in modo efficiente e rispettoso dell’ambiente ed a questo va aggiunta la propensione degli olandesi a usare mezzi di trasporto non inquinanti come le biciclette in luogo delle automobili. Unico neo ancora da estirpare è rappresentato dallo spreco di cibo: basti pensare che in Olanda ben 400.000 pagnotte di pane finiscono ogni giorno nella spazzatura.
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