Produzione di idrogeno in Europa: la capacità dei singoli Paesi
Il più leggero nonché il più abbondante tra gli elementi che compongono l’atmosfera: l’idrogeno costituisce quasi il 90% della massa visibile dell’universo. A questo va aggiunto che, guardando ai combustibili convenzionali, l’H2 è quello che vanta un contenuto di energia per unità di peso più alto, superando tre volte la benzina: è proprio l’idrogeno, per dire, che alimenta le reazioni di fusione nucleare delle stelle; e ancora, e più importante, questo combustibile non produce emissioni nocive, e proprio per questo motivo è da sempre centrale nel discorso della transizione energetica. È tantissimo, è estremamente efficace, è pulito: cosa ci blocca dall’utilizzarlo su larga scala? A mettere il bastone tra le ruote sono le tante difficoltà individuate nella produzione di idrogeno. Per questo motivo l’utilizzo di tale combustibile è stato messo nella maggior parte dei casi in secondo piano, con le auto elettriche a batteria che per esempio hanno messo in ombra i modelli a idrogeno. È però noto che la produzione di idrogeno può essere fondamentale per la transizione sostenibile dei settori hard-to-abate, lì dove risulta particolarmente difficile ricorrere a delle soluzioni basate sull’elettricità: tra le aree più difficoltose da decarbonizzare ci sono per esempio i cementifici, le vetrerie, le industrie dell’acciaio, i trasporti marittimi, e via dicendo. Ma quali sono attualmente i numeri della produzione di idrogeno in Europa?
Lo studio sulla produzione di idrogeno in Europa
Vista l’importanza della produzione di idrogeno come alternativa all’elettricità nei settori più difficili da decarbonizzare, vale la pena capire qual è attualmente la situazione in Europa. Le cifre aggiornate arrivano da uno studio pubblicato a fine agosto sulla rivista Regional Scienze and Environmental Economics da tre economisti italiani, ovvero Cosimo Magazzino, Marco Mele e Angelo Leogrande. L’indagine, dal titolo “Regional Disparities and Strategic Implications of Hydrogen Production in 27 European Countries” riporta i numeri della produzione di idrogeno in 27 Paesi europei, mettendo in evidenza le differenze a livello di impianti e di capacità, conseguenze delle diverse politiche adottate nel tempo. Prima di vedere nello specifico i numeri individuati dagli studiosi, vale la pena sottolineare un dato particolarmente interessante: ad oggi il 40% circa della capacità di produzione di idrogeno in Europa risulta inutilizzato.
La classifica dei Paesi per numero di impianti
Per il momento, non ci sono reali concorrenti di fronte alla supremazia tedesca nella produzione di idrogeno in Europa: la Germania conta infatti 109 impianti attivi, con una capacità produttiva che supera i 2,1 milioni di tonnellate all’anno. Non stupisce quindi che Berlino guidi sia la classifica relativa al numero di impianti, sia la classifica relativa alla capacità. In effetti la Germania punta ad avere 5 GW di impianti di elettrolisi attivi per il 2030, un obiettivo decisamente ambizioso, che ben spiega lo sforzo in tal senso degli ultimi anni.
Guardando sempre alla classifica del numero di impianti per l’H2, al secondo posto troviamo la Polonia, che di strutture di questo tipo ne conta in tutto 148. L’ultimo gradino del podio spetta alla Francia, con 50 impianti, seguita dal Regno Unito, con 44 impianti e dall’Italia, con 41 impianti.
La classifica dei Paesi per capacità di produzione di H2 e per produzione reale
E per quanto riguarda la capacità di produzione di idrogeno? Al primo posto resta come detto la Germania, che però è seguita al secondo posto dai Paesi Bassi: pur a fronte di soli 33 impianti attivi, la capacità olandese è di ben 1.424.258 tonnellate di idrogeno ogni anno. La Polonia vanterebbe invece una capacità produttiva di 1.104.771 tonnellate; l’Italia in questa classifica riesce invece a superare il Regno Unito, con una capacità di 829.240 tonnellate l’anno.
Guardando però la produzione reale, i numeri cambiano parecchio: in Germania si parla di 1.743.512 tonnellate di H2, nei Paesi Bassi di 975.233 tonnellate, in Polonia di 784.637 tonnellate, e in Italia, per dire, di 607.913 tonnellate annue.
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