Preoccupazione per i siti naturali Unesco
IL RAPPORTO DELL’IUCN. Poteva andare meglio: il nuovo rapporto dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha valutato le condizioni dei siti naturali che l’Unesco ha definito patrimonio dell’umanità. Ne esce un risultato mediocre, che vede più di un terzo dei parchi naturali versare in grave pericolo. Nel dettaglio, l’IUCN ha affermato che solamente il 63% delle aree naturali Unesco sono ‘ben conservate’, di contro ad un 37% che mostra uno stato di salute non promettente.
BRACCONAGGIO E CAMBIAMENTO CLIMATICO. Lo studio è stato presentato a Sidney, durante il Congresso Mondiale dei Parchi. Per la prima volta, in questa occasione, è stato offerto al pubblico l’intero monitoraggio dei 228 siti naturali Unesco. Si è scoperto così che il 37% dei parchi è quotidianamente sottoposto alle più diverse minacce, dalle specie invasive al bracconaggio, per non parlare dell’incombente cambiamento climatico. Dei parchi naturali che sono invece stati classificati come ‘sani’, il 21% ha «una buona prospettiva di conservazione», mentre il 42% si trova «in buono stato con alcune preoccupazioni».
ABBASTANZA BENE I SITI ITALIANI, MALE VIRUNGA E MACHU PICCHU. Stando alla presentazione dell’IUCN, i siti naturali Unesco italiani se la passano piuttosto bene. L’Etna campeggia in prima categoria, mentre nella seconda – quindi in buone condizioni ma con qualche preoccupazione per il futuro – sono state inserite sia le Dolomiti che le Isole Eolie. I veri problemi sono invece soprattutto nei parchi naturali dell’Africa, dove a destare più preoccupazioni è il Parco Nazionale del Virunga, che ospita la metà dei gorilla di montagna tutt’ora viventi nel mondo (a loro era dedicato anche il reportage vincitore del fesitval CinemAmbiente di Torino). Insieme ai siti naturali africani finiscono nella lista nera anche Machu Picchu (Perù), la Grande Barriera Corallina (Australia), il Parco Nazionale delle Everglades (Florida) ed il Parco Nazionale di Sundarbans (India).
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