Povertà energetica, l’India tra i paesi più colpiti
La povertà energetica viene definita come la mancanza di accesso a forme adeguate e affidabili di energia a prezzi sostenibili per soddisfare i bisogni primari, come l’illuminazione, il riscaldamento e la cottura dei cibi. L’assenza di questi servizi costituisce una barriera fondamentale per il benessere umano e lo sviluppo economico.
Oggi 2 miliardi di persone si trovano a vivere in condizioni di povertà energetica e si prevede che il numero sia destinato a salire a 3 miliardi entro il 2030. Di questi 1,3 miliardi non hanno ancora accesso all’elettricità e oltre 2 miliardi di persone utilizzano biomasse tradizionali come fonte principale di energia. Le regioni del mondo interessante in modo preoccupante sono i Paesi del Sud del mondo, soprattutto alcune comunità dell’Africa Sub-Sahariana, dell’India e del Sud Est asiatico.
In India una persone su quattro è senza energia
Solo in India più di 300 milioni di persone non hanno accesso all’energia elettrica (un quarto della popolazione totale) molti dei quali utilizzano il cherosene come fonte primaria per l’illuminazione e il riscaldamento, un carburante di origine fossile largamente eliminato dalla produzione dei servizi energetici moderni (ad eccezione del trasporto aereo) e altamente inquinante.
Le prospettive non sono rassicuranti considerando la massiccia urbanizzazione che sta vivendo l’India. Seconde le stime della AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia), infatti, nei prossimi 15 anni 100 milioni di persone si sposteranno dalle zone rurali dell’India alle zone urbane in cerca di condizioni di vita migliori. Si prevede per tanto che il numero di persone che vive in condizioni di povertà energetica negli slum sia destinato ad aumentare.
In India gli slum sono comunità in media di 40 persone, composte da famiglie di lavoratori manuali o artigiani provenienti da altre regioni del Paese, che vivono di stenti in baraccopoli urbane sorte a ridosso di cantieri abbandonati o terreni inutilizzati.
Energia sostenibile a prezzi accessibili con Pollinate Energy
Proprio in questo contesto, quello delle comunità e degli slum delle città indiane, opera Pollinate Energy, un’impresa sociale che cerca di consentire l’accesso a tecnologie sostenibili a prezzi accessibili laddove esistono condizioni di povertà energetica.
Il loro modello di business è paragonato al mondo delle api: l’impresa lavora a stretto contatto con le comunità per studiarne e capirne le esigenze attraverso gli “impollinatori”, giovani indiani con uno spirito imprenditoriale i quali costruiscono un rapporto fiduciario all’interno della comunità e vendono i prodotti distribuiti da Pollinate Energy. All’interno di ogni villaggio c’è un’ape operaia, membro della comunità, che supporta l’impollinatore nel costruire un rapporto fiduciario con gli altri membri, ricevendo una commissione per ogni prodotto venduto.
I prodotti che Pollinate Energy sceglie di distribuire vengono testasti prima di essere venduti per verificare la loro adattabilità alle esigenze del contesto, controllandone affidabilità, resistenza e durata. I principali prodotti venduti sono lampade solari per uso domestico, fornelli a basso consumo di biomasse, sistemi di depurazione dell’acqua, ventilatori solari e cellulari.
A beneficiarne salute, ambiente, risparmio e buone abitudini
I risultati ottenuti dalla vendita di questi prodotti sono molteplici e su vari piani. Sono innanzitutto legati alla salute, i fornelli che riducono l’uso della legna riducono di conseguenza del 60% l’inquinamento dell’aria all’interno delle abitazioni: l’inquinamento indoor che provoca malattie respiratorie è il secondo più grande responsabile della morte prematura di migliaia di donne e bambini in India. Il cherosene quando brucia rilascia sostanze altamente nocive come il monossido di carbonio, il biossido di zolfo e diversi ossidi di azoto. La presenza di queste sostanze in ambienti piccoli e poco ventilati, come le abitazioni negli slum indiani, provocano malattie respiratorie che possono essere mortali.
Anche la qualità della luce ha diverse implicazioni nella vita quotidiana. Le lampade solari sono più luminose delle candele e aumentano la visibilità al calar del sole. Per fare un paragone, una lampada al cherosene illumina da 1 a 6 lux (unità di misura dell’illuminamento), gli standard occidentali suggeriscono minimo 300 lux per compiere attività come la lettura. Data la bassa illuminazione che le lampade al cherosene producono le persone sono portate a svolgere le loro attività in prossimità della fonte di luce, questo provoca una maggiore esposizione agli agenti inquinanti del cherosene, aumentando il rischio di malattie. Con una maggiore illuminazione aumenta anche il senso di sicurezza nei villaggi.
I vantaggi sono anche economici, il costo di una lampada solare equivale al costo della quantità di cherosene utilizzata in cinque mesi, se si considera che una lampada solare ha una durata media di 5 anni, il risparmio di rupie è considerevole.
Non da ultimo, i vantaggi per l’ambiente: riducendo la dipendenza dai combustibili fossili, modificando positivamente gli stili di vita quotidiani, vengono ridotte drasticamente le emissioni di CO2 legate alla combustione del cherosene. È stato stimato – in uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Berkeley e dell’Università dell’Illinois – che un kilo di nero carbone, prodotto dalla combustione incompleta del cherosene, che resta in atmosfera per un mese contribuisce al riscaldamento globale come 700 kg di CO2 in atmosfera per 100 anni.
In numeri, nel 2016 Pollinate Energy ha raggiunto più di 83 mila persone, fornito circa 800 comunità, installato più di 18 mila prodotti, evitato l’uso di 2 milioni di litri di cherosene e raggiunto quasi 5 milioni di kg di CO2 non emessi.
L’empowerment come agente di cambiamento
La visione di questa azienda indiana piu che sulla carità, si fonda sulla convinzione che ogni persona a Nord o a Sud del mondo abbia
“insita la propensione al miglioramento delle proprie condizioni, ciò che cambia è l’accesso agli strumenti chiave e l’energia è naturalmente uno di questi. Fornendo l’accesso all’energia moderna a chi vive in regime di povertà energetica attraverso le tecnologie pulite, linee di credito, e approvvigionamenti efficaci queste persone saranno in grado di emanciparsi autonomamente dalla condizione di povertà”.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo