La plastica vegetale tutta italiana
RECUPERARE GLI SCARTI VEGETALI. Gli scienziati italiani del Istituto Italiano di Tecnologia guidati da Athanassia Athanassiou sono riusciti nell’impresa di creare della plastica utilizzando materiali vegetali di scarto, come caffè, cannella e prezzemolo (la sola Europa produce ogni anno 28 milioni di tonnellate di rifiuti di questo tipo). L’impiego su vasta scala di questo prodotto risolverebbe quasi tutti i problemi legati allo smaltimento e al riciclaggio dei rifiuti plastici.
TROPPO CARA PER LA PRODUZIONE? Gli utilizzi di questo materiale sono molteplici, poiché le caratteristiche del prodotto sono diverse a seconda del vegetale usato. Si possono ottenere plastiche per il recupero di metalli pesanti dispersi nell’acqua, o con proprietà antiossidanti e antibatteriche. Secondo Athanassia Athanassiou, «Il processo di produzione è molto semplice e potrebbe essere ben integrato con la filiera agricola-alimentare di cui si potrebbero valorizzare quelli che oggi sono scarti, con costi alti per lo smaltimento». Se pure con amplissime possibilità d’impiego, rimane un problema legato ai costi: le plastiche vegetali costano 6/7euro a chilo, mentre quelle classiche appena 1.
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