Il piano tedesco per diminuire le emissioni delle auto
Ai tedeschi piace essere protagonisti del cambiamento. Negli ultimi anni stanno contribuendo alla salvaguardia del pianeta con una serie di iniziative, prime fra tutte l’Energiewende, il pacchetto di misure rivolte al settore energetico. Ma i tedeschi hanno un grosso problema da risolvere: diminuire le emissioni delle auto. La Germania è da sempre legata ad una cultura automobilistica molto forte, d’altronde i grandi marchi come BMW, Mercedes, Audi, Volkswagen sono nate in Germania ed è li che hanno le loro sedi principali. Nonostante gli scandali legati al “dieselgate” e alla falsificazione delle emissioni delle nuove vetture i tedeschi continuano ad acquistare macchine, suv in particolare. Nel 2017 si registrano 46 milioni di automobili in giro per la nazione, un dato che probabilmente porterà la Germania a non centrare i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2020. La tanto attesa “svolta energetica”, l’Energiewende, ha portato la Germania a compiere grandi passi nella produzione di elettricità da fonti rinnovabili grazie all’energia eolica e all’energie solare ma la strada da compiere è ancora molto lunga. È necessario che i tedeschi ripensino il loro modo di muoversi se vogliono ridurre drasticamente i loro livelli di emissioni e per farlo occorre rendere più green il settore dei trasporti. Elettrificare il parco veicoli può essere una soluzione ma richiede tempo e investimenti in infrastrutture di ricarica; senza considerare che i risultati di questo processo, in termini di emissioni di CO2, si potranno avere solo se l’energia elettrica necessaria derivasse da fonti rinnovabili e non da carbone e gas naturale. Attualmente la metà dell’energia tedesca è prodotta da centrali alimentate da combustibili fossili. Per questo Angela Merkel ha rinunciato all’obiettivo di avere 1 milione di auto elettriche sulle strade tedesche entro il 2020 (ad oggi ce ne sono appena 37 mila).
I tedeschi e la passione per le auto
Matthias Wissmann, presidente dell’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA), in una recente intervista ha dichiarato: “Solo grazie ad uno sforzo comune da parte dell’industria e della politica si potrà portare la quota dei veicoli elettrici in Europa fra il 15 e il 25% per cento entro il 2025. Attualmente è difficile che l’Unione Europea possa centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 nel settore dei trasporti del 30% al 2030”. Il settore dei trasporti in Germania è la seconda fonte di emissioni di gas serra della nazione con 166 milioni di tonnellate di CO2 nel 2016. Secondo una indiscrezione trapelata dagli uffici governativi, nonostante la costruzione di migliaia di turbine eoliche e impianti fotovoltaici, le emissioni di CO2 sono state ridotte del 27,6 per cento rispetto ai livelli del 1990. Ben al di sotto dell’obiettivo nazionale fissato al 40% entro il 2020. L’80% dei 1,2 trilioni di chilometri compiuti dai tedeschi nel 2015 è stato fatto con auto private,molte delle quali sono sport utility o cross over, più inquinanti rispetto alle automobili più piccole. Il settore automobilistico tedesco non ha pensato a migliorare le prestazioni ambientali delle auto ma piuttosto si è concentrato sul design, sul lusso e sulle prestazioni motoristiche. All’industria automobilistiche interessa vendere sempre più. Un modello di business che contrasta fortemente con gli obiettivi nazionali e internazionali di rendere le città meno congestionate e abbattere le emissioni di CO2. Stephan Rammler, professore di trasporti della Braunschweig University afferma: “La Germania ama le macchine proprio come avviene negli Stati Uniti. La domanda è: la nostra determinazione nel proteggere il clima del pianeta è abbastanza forte per cambiare gli stili di vita personali?”.
Il piano tedesco per diminuire le emissioni delle auto
Per cercare di arginare il problema delle emissioni e della circolazione delle auto la Germania ha in mente un processo molto semplice (ma anche complicato da far accettare ai cittadini) e ben spiegato da Rammler: “Ciò di cui abbiamo bisogno ora e nel prossimo futuro è di passare da 46 milioni di vetture che si muovono per 23 ore al giorno, a 5 o 10 milioni di automobili che operano 24/7”. Per diminuire le emissioni delle auto la Germania intende puntare su progetti di mobilità cooperativa o coordinata. L’idea è quella di creare un nuovo sistema di trasporto che colleghi biciclette, autobus, treni e automobili condivise, tutti controllati da piattaforme digitali che consentono agli utenti di spostarsi da A a B nel modo più veloce ed economico, ma senza la propria auto.
Persino Deutsche Bahn, il più grande operatore ferroviario tedesco, sta iniziando a sperimentare questo nuovo sistema pur riconoscendo che tenere i proprietari delle auto lontano dai propri veicoli è una sfida scoraggiante. Il colosso dei trasporti ferroviari ha realizzato una rete di noleggio auto e biciclette che possono essere ritirati e restituiti presso le stazioni ferroviarie e altri postazioni fisse. Sistema che pian piano sta dando i suoi frutti.
Il futuro della mobilità tedesca
Per diminuire le emissioni delle auto la Germania prova a sperimentare nuovi sistemi condivisi: Deutsche Bahn sta testando “ioki”, il progetto sperimentale (ad Amburgo e Lipsia) che prevede un nuovo modo di viaggiare basato su auto senza conducente, servizi on-demand e veicoli elettrici. “Vogliamo consentire ai nostri clienti di viaggiare senza problemi, senza possedere una macchina, su richiesta e in connessione con i nostri servizi ferroviari” ha dichiarato Berthold Huber, CEO di Deutsche Bahn. Nel 2010 Maxim Nohroudi e il suo socio, Tom Kirschbaum hanno fondato la società “door2door” specializzata nello sviluppo di servizi dedicati a chiunque voglia liberarsi della proprio. “Pensiamo che il tradizionale modello per cui ognuno acquista la propria auto per lasciarla inutilizzata per la maggior parte del tempo, sarà completamente superato nel giro di pochi anni”, dice Nohroudi. “Il nostro obiettivo è quello di consentire ai fornitori di trasporti pubblici comunali, un servizio di mobilità condivisa basato su tecnologia digitale, mantenendo i profitti all’interno delle città”. I cittadini di Duisburg ad esempio possono prenotare un viaggio con il provider di trasporto pubblico comunale, DVG, attraverso un’app sviluppata da door2door. Quando un passeggero prenota un viaggio, un nuovo e lussuoso mini-bus con cinque posti arriva in pochi minuti, proprio come un taxi. Quando si utilizza l’applicazione, i clienti ottengono una panoramica completa delle opzioni di viaggio con i relativi costi.
La sfida che attende la Germania è enorme. “Per raggiungere il nostro obiettivo nazionale di riduzione emissioni di CO2 nel settore dei trasporti, la metà delle persone che ora utilizzano la propria auto, dovrebbe passare all’utilizzo di biciclette, del trasporto pubblico o al trasporto condiviso” afferma Heinrich Strößenreuther, consulente per la mobilità. Riusciranno i tedeschi a diminuire le emissioni delle auto raggiungendo così i target fissati?
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