Non c’è un pianeta bla bla bla: il discorso arrabbiato di Greta Thunberg
Quello che abbiamo ascoltato martedì 28 settembre a Milano non è stato certo il primo discorso pieno di rabbia di Greta Thunberg.
No, la giovane attivista svedese ha pronunciato diversi discorsi “forti” nel tempo. Basti pensare alle lacrime di rabbia del famoso discorso nel all’Onu nel settembre del 2019, quando accusò i leader di aver rubato la sua infanzia.
Eppure quello di Milano, che passerà probabilmente alla storia come il discorso del “pianeta bla bla bla”, è stato un intervento per certi versi ancora più stizzito, con Greta a sottolineare come fino ad oggi i leader politici non abbiano fatto che parlare, senza però agire di conseguenza.
E per l’attivista, che ha avviato la sua protesta fin dall’agosto del 2018, questo immobilismo internazionale di fronte ai cambiamenti climatici è un fatto inammissibile.
Lo scenario: l’eventoYouth4Climate: Driving Ambition
Il discorso del “pianeta bla bla bla” è stato fatto durante l’evento di apertura dell’evento Youth4Climate: Driving Ambition, in corso in questi giorni a Milano.
Al MiCo si sono infatti riuniti poco meno di 400 giovani, ovvero per 2 giovani per ognuno dei 197 Paesi membri dell’UNFCCC (La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), per confrontarsi sui temi cruciali della lotta al cambiamento climatico, in attesa della COP26 di Glasgow (dall’1 al 12 novembre 2021).
Il discorso della Thunberg, insieme a quello della ugandese Vanessa Nakate, ha sintetizzato in modo efficace la rabbia dei giovani ambientalisti di tutto il mondo per l’inazione dei potenti: vediamo più nel dettaglio quali sono state le parole della svedese.
Non c’è un pianeta B, non c’è un pianeta bla bla bla
Avere finalmente la giustizia climatica più volte promessa: è stato questo l’obiettivo del discorso di Greta Thunberg. Che ha iniziato il suo intervento spiegando che, quando si parla di lotta al cambiamento climatico si parla anche e soprattutto di green jobs, di opportunità.
La paladina dell’ambiente ha spiegato infatti che «i cambiamenti sono un’opportunità per tutti», e che sono necessari, poiché per l’appunto «non c’è un pianeta B, non c’è un pianeta bla bla bla».
Il dito è puntato contro i leader politici internazionali e contro le loro parole vuote, vane: «Green economy? Bla bla. 2050 net zero: bla bla. Climate neutral: bla bla». Tutti concetti buoni, ottimi, ma che senza piani concreti non possono che restare discorsi al vento.
La Thunberg ha sottolineato come si parli ormai da anni delle trasformazioni necessarie per frenare i cambiamenti climatici, di come i leader abbiano promesso di intervenire concretamente, finendo però per tradire la fiducia degli ambientalisti, mentre le emissioni continuano a crescere.
E dopo aver accusato la classe politica internazionale, la giovane svedese ha fatto un ulteriore passo, spingendo il mondo all’azione: «sapete cosa è secondo me la speranza? La speranza è dire la verità, agire, non dire bla bla bla. Vogliamo salvare il futuro: allora serve una azione drastica, ora!».
Greta Thunberg e il ministro Cingolani
Sullo stesso palco di Greta Thunberg e di Vanessa Nakate è salito martedì anche il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, insieme al sindaco di Milano Beppe Sala e alla segretaria esecutiva dell’UNFCCC Patricia Espinosa.
E proprio Cingolani ha voluto riprendere l’attivista svedese, spiegando che «il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali globali devono essere trattati insieme, non esiste un’unica soluzione» per poi sottolineare, rivolto al pubblico «spero che oltre a protestare, cosa che è estremamente utile, ci aiuterete a identificare nuove soluzioni visionarie, è questo quello che ci aspettiamo da voi».
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