Pericolo in Ucraina per le vecchie centrali nucleari
LA PAURA DEL MONDO. Molti in Europa e nel mondo temono che la situazione conflittuale in Ucraina possa portare ad una nuova guerra fredda con la Russia se non, addirittura ad un aperto conflitto. In questo quadro così drammatico crea preoccupazione anche il settore energetico, perché il carbone, la più importante risorsa energetica del Paese, proviene quasi tutto dalle aree in mano ai ribelli o dove la guerra tra nazionalisti e filo-russi ha portato alla chiusura delle miniere. Di fronte a tale crisi l’Ucraina ha deciso ripiegare sull’energia nucleare utilizzando, però, centrali ormai obsolete, 15 in tutto, distribuite tra i 4 centri di Khmelnitski, di Rovno, dell’Ucraina del Sud, di Zaporižžja. Già a marzo dello scorso anno l’ente nucleare russo, aveva chiesto all’Agenzia internazionale per l’energia atomica di verificare la sicurezza e la condizione di tutti i reattori nucleari presenti in Ucraina.
ANCHE I VERDI CHIEDONO UNA VERIFICA. Il livello di sicurezza delle vecchie centrali ucraine sarebbe a dir poco carente, come dimostrano gli incidenti, di cui uno molto recente a Zaporižžja. Secondo i Verdi Luana Zanella e Angelo Bonelli: «L’Ucraina dipende per il 50% del proprio fabbisogno energetico dall’energia nucleare, sfruttata al massimo vista la difficoltà di approvvigionamento di gas e carbone, i reattori sono di fabbricazione sovietica e il tentativo di sostituire combustibile americano a quello russo ha compromesso il loro funzionamento e aumentato il rischio di incidenti: chiediamo quindi che si svolga al più presto un’ispezione dell’Unione europea congiuntamente ai funzionari dell’Iaea nelle centrali atomiche ucraine». È bene ricordare che proprio in Ucraina nel 1986 è avvenuto uno dei più gravi incidenti nucleari della storia, Chernobyl che costò la vita a 65 persone, e con almeno 80 milioni di persone esposte a radiazioni basse e a ben 14 milioni di persone esposte a radiazioni al di sopra della norma, con una cifra compresa tra 400.000 e 1.000.000 di vittime.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo