Il parco solare galleggiante più grande al mondo è made in China
Da quando il business della produzione, anche in proprio, di energia solare è iniziato a diventare alla portata di chiunque sia in grado di gestire autonomamente un discreto tempo e un capitale alto, ma non esagerato, abbiamo assistito a delle vere e proprie conversioni di terreni che sono passati dall’uso agricolo a quello energetico. Hanno iniziato cioè a “ospitare” dei pannelli solari per un raccolto alternativo… pur sempre green ma decisamente diverso dal solito. Tuttavia un terreno è uno spazio con dei confini e con dei limiti… perché allora non iniziare a catturare l’energia solare dagli specchi d’acqua naturali e artificiali di cui disponiamo grazie a un parco solare galleggiante? E magari riportare i terreni alla loro funzione principale, quella agricola. Del resto la prima nozione di geografia che impariamo è che la terra è ricoperta dal 70% d’acqua. Acqua dove splende il sole…
Parco solare galleggiante: il caso Sungrow Power
Il maggiore produttore di inverter fotovoltaici, la Sungrow Power ha recentemente realizzato il più grande impianto fotovoltaico galleggiante del mondo… anzi sarebbe meglio dire del globo terracqueo a questo punto!
Il parco solare galleggiante in questione ha una capacità di 40 MW ed è collegato alla rete elettrica di Huainan, un’ex regione mineraria dove si estraeva prevalentemente carbone nella provincia del sud di Anhui, in Cina.
La centrale galleggia in una zona che è stata allagata dalle piogge e dove la profondità dell’acqua varia dai 4 ai 10 metri. Si tratta di un’acqua fortemente mineralizzata che rende questa zona totalmente priva di valore. La zona quindi si presta a un utilizzo alternativo, come quello che ne è stato fatto appunto dalla Sungrow Power.
Leggi anche: SYNLIGHT, IL SOLE ARTIFICIALE PIÙ GRANDE DEL MONDO
A proposito di Sungrow Power
Sungrow è un fornitore di sistemi di inverter ed è leader mondiale nel campo dell’industria del fotovoltaico con oltre 31 GW installati in tutto il mondo a partire dal dicembre 2016. Fondata nel 1997 dal professore universitario Renxian Cao, Sungrow è anche leader globale nella ricerca e nello sviluppo degli inverter solari, con numerosi brevetti e una vasta gamma di sistemi. Dai quelli di accumulo di energia per finalità commerciali fino alle applicazioni residenziali. L’azienda è presente in oltre 50 paesi dove ha una quota di mercato pari al 15% (il record è in Germania dove arriva al 25%, ovvero a un quarto del mercato).
I vantaggi dell’acqua
Il concetto di parco solare galleggiante si sta espandendo e sta divenendo sempre più popolare in tutto il mondo, grazie ai vantaggi che si possono trarre dall’acqua circostante. Prima di tutto la possibilità di utilizzare l’acqua per raffreddare i pannelli e la capacità di riflesso della stessa ai fini di un maggiore rendimento energetico.
Leggi anche: AL AZRAQ, IL PRIMO CAMPO PROFUGHI ALIMENTATO AD ENERGIA FOTOVOLTAICA
Oltre alla Cina dove?
Questa nuova forma di sfruttamento dell’energia solare è già presente in Europa in paesi come l’Italia, la Francia e la Svizzera ed è recentemente arrivata anche in Gran Bretagna, dove ha trovato una realizzazione di grande pregio a Glasgow.
Perché farlo?
I motivi sono molteplici, noi di green.it abbiamo cercato di trovare le principali motivazioni che dovrebbero spingere a insistere in investimenti di questo tipo. Prima di tutto non si sottrarrebbero terreni all’agricoltura o all’edilizia. Poi ci sarebbero dei luoghi in disuso che potrebbero essere recuperati. Pensate a cave dismesse, a bacini idrici o ad ex allevamenti ittici. Ovviamente ci sarebbe un minor impatto ambientale. E poi i pannelli a contatto con l’acqua come abbiamo già visto sono in grado di rendere meglio e di più.
Leggi anche: USA, ECCO LA CONVERSIONE DI UNA MINIERA DI CARBONE IN UN IMPIANTO SOLARE
Andiamo verso un mondo che nel giro di 15 anni potrebbe non essere in grado di sfamare la popolazione, la possibilità di utilizzare l’acqua per produrre energia solare libera spazi che potranno essere riconvertiti all’agricoltura e al tempo stesso apre le porte a un’industria elettrica potenzialmente priva di confini, se non quelli geografici dettati dal planisfero.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo