Parchi italiani ripopolati dal camoscio appenninico
LA SOPRAVVIVENZA DEL CAMOSCIO APPENNINICO. Life Coornata è il progetto co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Live Plus, il cui obiettivo è accrescere la popolazione del camoscio appenninico nel centro Italia. Un animale a rischio di estinzione già all’inizio del novecento quando ne sopravvivevano appena 30 esemplari in quello che sarebbe diventato il Parco Nazionale degli Abruzzi. Oggi la popolazione ha raggiunto la soglia dei 2000 individui che vivono nei pachi d’Abruzzo, Lazio e Molise, del Gran Sasso e Monti della Laga, della Majella, dei Monti Sibillini e in quello regionale del Sirente Velino. L’opera di ripopolamento della Rupicapra pyrenaica ornata è iniziata negli anni’80 con la creazione di nuove colonie sulla Majella, sul Gran Sasso e sui Monti Sibillini. Nel parco del Sirente Velino i camosci sono stati introdotti nell’estate del 2013, e già quest’anno la colonia è cresciuta, stabilendosi con successo anche in questo territorio.
COME RIPOPOLARE I PARCHI. Il successo del progetto è dovuto anche a un nuovo sistema per la cattura degli animali, come ha spiegato Antonio Nicoletti, responsabile di Legambiente. «Life Coornata è un’esperienza che può essere considerata, anche, un caso esemplare di successo della ricerca made in Italy nei Parchi, dove sono state sperimentate tecniche innovative di cattura e rilascio, alcune delle quali mai usate prima su questa specie. Come la up-net, un dispositivo per catture collettive degli esemplari, che ha il vantaggio, rispetto alla tele-anestesia di singoli individui, di poter trasferire un certo numero di animali simultaneamente, una condizione assai favorevole per le reintroduzioni in nuove aree di animali che vivono in gruppo».
Attualmente il numero più cospicuo di camosci, circa 1000, si trova nel parco della Majella mentre 600 sono in quello del Gran Sasso.
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