Ecco i pannelli fotovoltaici invisibili
Lo svantaggio estetico degli impianti fotovoltaici
Le rinnovabili sono e devono essere il cardine attorno al quale deve girare il nostro futuro energetico. Su questo non ci piove. Ma si sa, niente è perfetto. Dei piccoli svantaggi, insomma, li hanno anche loro: la critica che viene mossa più frequentemente contro il fotovoltaico, per esempio, è il suo alto impatto estetico sull’ambiente circostante. Difficile, in effetti, ribattere a questa ‘accusa’: i pannelli solari mal si sposano in mezzo al verde, oppure sopra al tetto di una casa rustica in aperta campagna. Ma a cambiare le carte in tavola ci ha pensato un’azienda che opera nel fotovoltaico e nell’illuminazione Led, la Dyaqua: questo team ha infatti lavorato a lungo per presentare sul mercato la linea Invisibile Solar, ovvero dei pannelli fotovoltaici invisibili, in grado di confondersi con qualsiasi tipo di tetto,
Pannelli fotovoltaici travestiti da tegole e mattonelle
Da un certo punto di vista, definire questi pannelli fotovoltaici invisibili è però scorretto, anzi, è quasi un insulto. Questo perché i dispositivi presentati lo scorso giugno si vedono eccome, e sono pure bellissimi: si confondono in tutto e per tutto con un classico coppo, ovvero con le tegole tipiche dei centri storici. E sta proprio qui la potenzialità di questa innovazione. In questo modo, infatti, interi tetti possono diventare dei veri e propri impianti fotovoltaici senza danneggiare di una virgola la resa estetica dell’edificio. I pannelli presentati dall’azienda si confondono perfettamente con dei normalissimi coppi in cotto, ma non solo: Dyaqua sta infatti avviando la produzione anche di altri pannelli fotovoltaici invisibili, i quali potranno essere installati senza nuocere lo sguardo di nessuno al posto dei normali pavimenti in pietra, in legno o in calcestruzzo per esterni.
Pannelli fotovoltaici invisibili nei centri storici
Grazie a questa innovazione, dunque, sarà possibile rendere energeticamente autonomi gli edifici senza nulla togliere al loro charm architettonico. Tutti i pannelli sono realizzati con dei materiali atossici e riciclabili, e risultano adattabili a qualsiasi situazione preesistente: per quanto riguarda i tetti, per esempio, è possibile installare tanti coppi quanti ne abbisogna il fabbisogno energetico richiesto, lasciando del tutto invariato il resto della copertura.
Come funzionano?
Ma come funzionano i moduli Invisible Solar? Sono formati da un composto polimerico, all’interno del quale vengono incorporate delle celle di silicio monocristallino. Il tutto viene ricoperto da una speciale copertura superficiale, opaca alla vista ma totalmente trasparente per i raggi solari: in questo modo questa pellicola ricopre totalmente le celle senza però intaccare in alcun modo il loro funzionamento. La messa in opera di questi moduli, inoltre, è semplice e del tutto simile a quella delle normali tegole.
L’interesse del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
Questa invenzione di design non è ovviamente passata inosservata. Già l’anno scorso il nostro Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha parlato in modo entusiasta dei pannelli fotovoltaici invisibili, nel documento ‘Linee di indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura, centri e nuclei storici ed urbani’. Nel testo, dopo un’attenta descrizione della tecnologia, si esorta la presa in considerazione di quest’ultima, attraverso una – forse troppo dura – critica dei classici impianti fotovoltaici. Nel documento, infatti, si dichiara che «appare quanto meno irrazionale se non decisamente miope, nel quadro di un bilanciamento costi-benefici, comprometterne i caratteri connotativi e i valori paesaggistici a fronte dell’apporto certamente non significativo e non risolutivo da essa offerto all’abbattimento, a scala nazionale, dei consumi energetici da fonti fossili e più in generale non rinnovabili». Insomma, tra qualche anno potremmo veramente essere circondati da pannelli fotovoltaici: noi, però, non li vedremo.
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