Packaging sostenibile, il caso Patagonia
La storia che vi raccontiamo in questo articolo è la storia di un’azienda che ha deciso di ascoltare la voce dei suoi clienti e di non lasciarla cadere nel dimenticatoio. È una storia fatta di attenzione al dettaglio, dove le parole chiave sono due e sono: packaging sostenibile. Un tema molto caro a green.it di cui vi abbiamo parlato anche recentemente e che non smette di crescere ed evolversi.
Il caso Patagonia
Fino a qualche tempo fa le fabbriche dei prodotti di abbigliamento sportivo del brand Patagonia confezionavano ogni singolo prodotto che producevano in un sacchetto di plastica. Alcuni dei loro clienti diretti (cioè persone che ordinano direttamente dal loro catalogo o sullo store online) hanno più volte espresso una certa delusione per la quantità di rifiuti generati dai sacchetti di plastica di ogni singola spedizione. Questo messaggio dei clienti ha così ispirato l’azienda a studiare modi per ridurre la quantità di rifiuti di plastica e per mettere in campo una nuova forma di packaging sostenibile. Per questo motivo l’azienda ha lanciato una serie di studi e di test interni con l’obiettivo di trovare un packaging sostenibile nel tentativo di bilanciare la soddisfazione del cliente con l’impatto ambientale.
Packaging sostenibile: una metodologia di lavoro
Dal sito della società apprendiamo le basi su cui è stato impostato il lavoro:
Al fine di valutare in che modo Patagonia può ridurre la plastica nella nostra catena di approvvigionamento, abbiamo condotto numerosi test presso il nostro Centro di distribuzione e abbiamo esaminato i profili dei nostri clienti. Attraverso questo studio, abbiamo stabilito che i sacchetti di plastica sono fondamentali per assicurare che i capi rimangano puliti dalla fabbrica alla consegna, passando per la fase d distribuzione. Se eliminassimo l’uso di sacchetti di plastica, i capi sarebbero danneggiati, con conseguenti costi sia finanziari sia ambientali.
Packaging sostenibile: l’esperimento
I prodotti vengono prelevati nel magazzino, inviati alle stazioni di imballaggio e quindi alla posta o ai corrieri tramite nastri trasportatori. Questo sistema consente di spedire pacchi con la massima efficienza, specialmente durante periodi di punta come i saldi o le festività.
Il problema: ogni prodotto Patagonia è confezionato in un sacchetto di plastica e arriva al centro di distribuzione in una scatola di cartone. Le scatole che arrivano dalle fabbriche sono spesso rotte, strappate o aperte all’arrivo. Ciò espone i prodotti finiti a sporco, umidità e danni. Il sacchetto di plastica protegge quindi il prodotto dalla sporcizia o dai danni in fabbrica, durante il transito verso la distribuzione e mentre il prodotto viene stoccato, lavorato e imballato. È essenziale che il prodotto rimanga protetto in ciascuna di queste fasi della catena.
I risultati
Circa il 30% dei capi che hanno attraversato il sistema senza sacchetti di plastica sono stati danneggiati. Questo indica che non è possibile lavorare i prodotti senza una busta. Si è pensato allora che fosse possibile rimuovere le buste di plastica prima di spedire gli ordini dei clienti senza danneggiare i prodotti (e riciclare le buste). L’idea potrebbe funzionare ma ci vuole tempo per rimuovere ciascun sacchetto di plastica. Studi condotti inhouse hanno stimato che occorreranno oltre 5.500 ore di lavoro all’anno per eliminare tutti i prodotti che inviamo.
In ultima istanza la Patagonia ha esaminato il profilo dei clienti per determinare se questi preferiscono ricevere prodotti in sacchetti di plastica. Il risultato ha visto che soltanto il 22% dei clienti considera il loro packaging sostenibile ed ecocompatibile, tuttavia è stato riscontrato un aumento del 14% della soddisfazione del cliente quando sono state usate buste di carta.
Nuove tecniche di confezionamento
Al momento sono allo studio delle tecniche di packaging che prevedono una piegatura particolare dei capi per far sì che ci siano buste più piccole. Questo porterebbe a un risparmio di plastica quantificato in circa 50 mila sterline l’anno. Non tantissimo certo, ma un ottimo inizio. E sopratutto quello messo in campo da Patagonia è stato un importante caso di un’azienda che ha guardato al proprio interno e ha cercato di trovar una soluzione ascoltando anche la voce dei propri clienti.
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