Ondate di calore di luglio 2023 improbabili senza cambiamento climatico: lo studio
Siamo in estate, è normale che faccia caldo. Purtroppo ci sono tante persone che, quando si parla di cambiamento climatico e di ondate di calore, negano l’ipotesi stessa della responsabilità umana, difendendosi dietro al fatto che “a luglio è normale che sia caldo”. Non si parla però di ricordi o di sensazioni: dati alla mano, le temperature medie di luglio sono state tra gli 8 e i 12 gradi più alte rispetto alle medie degli ultimi 30 anni. Certo, anche in passato faceva caldo: in media, però, faceva molto meno caldo. Sì, anche decenni fa c’erano delle ondate di calore, ma erano più brevi e meno frequenti. C’è poi – come l’attuale ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Matteo Salvini – chi parla di cicli climatici, ipotesi che però è stata confutata più volte dalla comunità scientifica; come ha spiegato qualche giorno fa il climatologo Luca Mercalli a Il fatto quotidiano, si tratta di «stupidaggini» perché «ci sono alcune ragioni fisiche per cui avvengono i cicli climatici, ma in questo momento l’unica ragione alla base di un aumento delle temperature di tale portata è la combustione di petrolio, carbone e gas». E in effetti c’è uno studio che dimostra quanto le ondate di calore di luglio 2023 siano da considerare “statisticamente improbabili” in assenza di cambiamenti climatici determinati dall’uomo.
I cambiamenti climatici dietro alle ondate di calore di luglio 2023
Le ondate di calore di luglio 2023 non si dimenticheranno in fretta. E in effetti il mese appena passato è già stato battezzato come il più caldo di sempre, ancora più caldo di luglio 2022 (più nel dettaglio per ora il Copernicus Climate Change Service ha spiegato che in luglio ci sono state le tre settimane più calde mai registrate nonché i 3 giorni più caldi mai registrati, sottolineando quanto questo sia “un disastro” per il pianeta”). Di fronte alle tante persone che continuano a negare da una parte l’eccezionalità di queste temperature e dall’altra la responsabilità umana di questi fenomeni climatici, il gruppo di ricerca non profit Climate Central ha dimostrato quanto le ondate di calore di luglio 2023 sarebbero state improbabili senza la presenza di cambiamenti climatici.
Ancora prima di vedere i risultati dello studio, è bene spiegare che Climate Central vanta una reputazione di ottimo livello nell’analisi dei trend climatici, e che i metodi utilizzati per analizzare le temperature sono già stati oggetto di peer review in uno studio precedente; i risultati di questo studio, visto le tempistiche – si parla infatti delle temperature delle scorse settimane – non sono invece ancora stati sottoposti a peer review.
L’analisi ha preso in considerazione 4.700 città in 200 Paesi diversi. Sulla base dei dati analizzati, gli studiosi hanno spiegato che più dell’80% della popolazione mondiale ha vissuto delle ondate di calore nel luglio 2023, che per l’appunto sarebbero state improbabili in assenza di cambiamenti climatici causati dall’uomo: le temperature anomale sono state avvertite – e sofferte – nell’Europa mediterranea, nel sud degli Stati Uniti, in Cina e via dicendo. Va peraltro detto che uno studio di un altro centro di ricerca ha definito le temperature di luglio 2023 “virtualmente impossibili” senza tenere in considerazione il surriscaldamento globale.
Le conseguenze del cambiamento climatico quasi ovunque nel mondo
Dati alla mano, il climate change si è già concretizzato praticamente ovunque nel mondo. Lo studio dimostra che circa 2 miliardi di persone durante ogni giorno di luglio hanno affrontato temperature che, in un mondo senza cambiamento climatico indotto dall’inquinamento, sarebbero state 3 volte meno probabili. Come ha spiegato Andrew Pershing, direttore degli studi climatici di Climate Central, nei prossimi anni «le temperature continueranno a salire, e un luglio come quest’anno alla fine inizierà a sembrare un anno medio, o un anno freddo» per aggiungere poi che «questa è la grande sfida del cambiamento climatico: le cose si stanno muovendo molto rapidamente nel nostro sistema in questo momento, e fino a quando non riusciremo a tenere sotto controllo le emissioni di CO2 continueranno a muoversi sempre più velocemente».
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