Olinguito: tutto quello che occorre sapere
L’olinguito è considerato un animale molto particolare per via del suo aspetto bizzarro e i suoi occhi grandi: basta osservarlo pochi attimi per rendersi conto che sembra un misto tra un gatto domestico e un orsacchiotto. Scopriamo alcune caratteristiche e curiosità sull’olinguito, uno degli animali più strani presenti in natura.
Olinguito: caratteristiche e habitat
L’olinguito è una specie scoperta di recente nelle foreste pluviali dell’Ecuador ed appartiene alla categoria dei carnivori. Per via del suo aspetto assomiglia molto ad un gatto domestico ed è dotato di occhi molto grandi.
Le sue dimensioni sono piccole, infatti raramente raggiunge i 35 centimetri di lunghezza mentre la corporatura è molto esile e lo rende un animale particolarmente abile e veloce. La coda dell’olinguito ha il pelo lungo e può superare i 40 centimetri di lunghezza: un esemplare può essere facilmente riconosciuto per via delle orecchie arrotondate, simili a quelle di un orsacchiotto, il muso è invece appuntito e il suo manto ha un colore tendente al grigio.
Generalmente gli esemplari maschi possono raggiungere un peso di 900 grammi: sono molto abili, si spostano con estrema velocità e possono anche arrampicarsi facilmente sui rami degli alberi fino a compiere enormi balzi da un ramo all’altro.
L’olinguito è un animale molto solitario e schivo, infatti è difficile avvistarlo in natura, inoltre predilige la notte mentre durante il giorno tende a stare riparato nelle sue tane. È raro quindi avvistare questo mammifero in gruppo in quanto, oltre a prediligere la notte, è solito anche aggirarsi tra la foschia e la nebbia nelle foreste pluviali.
La straordinaria scoperta dell’olinguito non è passata affatto inosservata in quanto si tratta del primo mammifero carnivoro che è stato scoperto nei territori dell’America meridionale negli ultimi 35 anni.
Un gruppo di scienziati dello Smithsonian Institute sono andati alla ricerca di questa specie tra le foreste pluviali in Sud America: furono quindi utilizzate varie videocamere per mettere in atto un’accurata ricerca e tale scoperta diede risultati straordinari nel giro di poche settimane, risultando una vera e propria dimostrazione che sul nostro pianeta ci sono ancora tante zone da esplorare.
Curiosità sull’olinguito
La scoperta di nuovi mammiferi necessita di tempo ed attenzione: è proprio ciò che è accaduto per l’olinguito, un animale dalle piccole dimensioni che è ancora oggi è oggetto di studi e ricerche.
Si tratta di una specie appartenente alla famiglia dei procioni che, a differenza dell’olingo, è di dimensioni più piccole. Gli scienziati infatti hanno analizzato le caratteristiche dei due mammiferi facendo un confronto tra i teschi: dai risultati è emerso che la testa e la corporatura dell’olinguito sono molto più piccole rispetto a quelle dell’olingo. Anche la pelliccia ha una lunghezza maggiore rispetto a quella dell’olingo.
Inizialmente si riteneva che l’olinguito aveva già vissuto all’interno di uno zoo americano verso gli anni settanta, ma poi si scoprì che non si trattava di questo mammifero il quale fu confuso con l’olingo, motivo per cui il personale dello zoo non comprendeva perché non si accoppiasse con gli altri esemplari.
Un’altra peculiarità che permette di distinguere l’olinguito sono i suoi occhi enormi che assomigliano in particolar modo a quelli di un gatto. Inoltre le femmine partoriscono un figlio alla volta e si riuniscono ad altri esemplari soltanto durante il periodo dell’accoppiamento.
L’olinguito si ciba prevalentemente di insetti di piccole o grandi dimensioni ma trae il suo nutrimento anche dalla frutta e dal nettare. Per questo motivo è solito avvistarlo sui rami degli alberi dai quali compie enormi balzi spostandosi con agilità nella foresta.
Fu avvistato per la prima volta per pochi secondi mentre vennero girati dei filmati con una videocamera: questo spinse gli scienziati ad avviare un’accurata ricerca sull’olinguito che durò ben tre settimane.
Dal nome scientifico Bassaricyon neblina, l’olinguito è una specie a rischio di estinzione in quanto quasi la metà del suo habitat è stata trasformata in territori urbani ed agricoli.
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