Obama taglia le emissioni inquinanti del 30%, ma non è abbastanza
IL DECRETO DI OBAMA. Obama sta cercando di rilanciare la leadership degli Usa nel campo delle energie pulite e sicure. Per raggiungere questo obiettivo, la sua amministrazione ha stabilito per decreto che le centrali elettriche americane dovranno ridurre le emissioni di gas inquinanti del 30% entro il 2030. Un passo importante, a cui non è stato semplice arrivare: è stato necessario ricorrere all’arma del decreto per scavalcare l’opposizione repubblicana, da sempre contraria alla politica energetica di Obama, definita come ‘una guerra contro il carbone’.
L’INSODDISFAZIONE DEGLI AMBIENTALISTI. Ma oltre ai repubblicani c’è qualcun altro che non vede di buon occhio il decreto sulla riduzione dei gas inquinanti. Anche le associazioni ambientaliste hanno commentato senza troppo entusiasmo l’iniziativa del governo americano, affermando che il taglio del 30% non sarà sufficiente. La riduzione delle emissioni verrebbe infatti calcolata sui valori del 2005, di molto inferiori a quelli del 2014. «Il decreto non è abbastanza per rallentare il riscaldamento globale, e non è sufficiente per spingere il mondo ad apportare i tagli necessari all’inquinamento» ha affermato Amanda Starbuck del Rainforest Action Network, aggiungendo che «dobbiamo accelerare la nostra transizione verso un’energia concretamente pulita e rinnovabile».
L’AUGURIO DI HEDEGAARD. Insomma, il mondo ambientalista accoglie con riluttanza un decreto che sembra essere solo il primo piccolo passo di un lungo cammino verso l’energia pulita. Da parte sua, il Commissario europeo per l’Ambiente, Connie Hedegaard, ha commentato favorevolmente la nuova politica di Obama, sottolineando però che «tutti i paesi, inclusi gli Stati Uniti, devono fare di più».
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